Ha portato ottimi frutti il nuovo corso dell’Associazione Donatori di Midollo Osseo (Admo) inaugurato nel 2017. I dati relativi ai nuovi donatori iscritti l’anno scorso sono stati illustrati durante l’ultima assemblea dei volontari: si è sfiorato un aumento del 50% di donatori rispetto al 2016. Un ‘raccolto’ sorprendente che, per l’appunto, è senz’altro conseguenza positiva del new deal varato da Admo.
Non serve più il prelievo di sangue: ora è sufficiente un tampone salivare
“Fino a qualche tempo fa – spiega il presidente regionale Giorgio Maranzana – la nostra opera di proselitismo alla ricerca di nuovi potenziali donatori si risolveva nelle sale prelievi o comunque all’interno delle strutture ospedaliere. Oggi la nuova filosofia dell’associazione è di andare tra la gente, nelle piazze, nelle scuole, nei palazzetti e nei campi sportivi, attraverso diverse iniziative, tutte rivolte a informare e sensibilizzare”.
“Abbiamo incentivato le manifestazione outdoor – continua Maranzana – dove peraltro è possibile raccogliere nuove adesioni di donatori attraverso il tampone salivare, al posto del classico prelievo di sangue, sempre ovviamente raccolto da personale medico supportato dai volontari Admo”.
I nuovi iscritti al Registro regionale, tenuto presso l’ospedale ‘Santa Maria della Misericordia’ di Udine, nel 2017 sono stati 1.094, di cui 34,5 % uomini e 65,5% donne. Ma un ulteriore dato estremamente positivo è la sempre più bassa età media dei donatori: il 50,5 % ha tra i 18 e i 25 anni. E tale condizione alza notevolmente la percentuale di successo di un eventuale trapianto, dal momento che il destinatario risponde molto meglio alla donazione di cellule giovani. Anche questa è una conseguenza della nuova ‘targettizazione’ della ricerca, che oggi, come detto, coinvolge di più studenti e giovani sportivi.
Chi accetta di diventare ‘potenziale donatore’ viene inserito in una enorme banca dati mondiale e si rende disponibile al trapianto, che però non è mai obbligatorio e, nel caso, avviene sempre in forma anonima. Donatore e beneficiario non devono infatti potersi conoscere.
Nel 2017 in Friuli-Venezia Giulia sono arrivate 18 richieste di donazione, di cui 4 dall’estero. E 3 di esse sono state soddisfatte dando un’importante occasione ai malati.