“Dopo la proclamazione dello stato di agitazione, con lettera ad AsFo e Prefetto, in cui denunciavamo le criticità della sanità pordenonese, l’Azienda sanitaria con decreto 1108 del 30 novembre ha deliberato l’assunzione di 39 infermieri” hanno commentato Cgil, Uil e Nursind Pordenone. “C’è stata, quindi, un’apertura: siamo dinanzi a un segnale importante per l’avvio del dialogo. Queste assunzioni vanno a dar respiro alle situazioni più critiche”.
Una manovra che, però, non basta. “Questa manovra non è sufficiente per mettere in sicurezza la sanità della Destra Tagliamento” hanno messo in evidenza i sindacati. “Pertanto a breve andremo dal Prefetto per un confronto con la direzione sui rinnovi dei contratti delle 32 persone a tempi determinati e per l’assunzione di operatori socio sanitari”.
Tra le situazioni di criticità, i sindacati ricordano che “la proporzione infermiere-operatore sociosanitario-paziente nei reparti Covid è molto bassa. Quando va bene c’è un infermiere per 12 pazienti: la proporzione dovrebbe essere un infermiere ogni 6 pazienti e lo stesso vale per gli operatori socio sanitari.
“I numeri appena snocciolati devono essere raddoppiati almeno per dar modo di effettuare percorsi sporco-pulito per ridurre il rischio di diffusione del virus. Ma in sofferenza non sono solamente i reparti Covid: per esempio in medicina a San Vito al Tagliamento con 54 posti letto ci sono un infermiere e un operatore sociosanitario per quattordici pazienti. Anche l’assistenza domiciliare si vede depauperata di personale per mantenere in vita la Rsa di Sacile. In chirurgia generale la situazione sta esplodendo”.