Con l’arrivo della bella stagione inizia anche l’allerta per la zanzara tigre. “Questo insetto, il cui nome scientifico è Aedes albopictus, si è diffuso negli ultimi trent’anni, arrivando a costituire un serio motivo di preoccupazione sanitaria e ambientale”, spiega il dottor Fulvio Zorzut, già direttore SC Igiene e sanità Pubblica dell’Ass Triestina, medico epidemiologo e specialista in Igiene e Medicina Preventiva.
“L’aspetto caratteristico bianco e nero la rende ben riconoscibile: si distingue dalle altre per abitudini e ciclo di vita. Grazie alla sua versatilità, è riuscita a superare barriere ambientali notevoli. Depone le uova in ambienti asciutti e poco luminosi, dove sono in grado di superare inverni anche rigidi. Il ciclo riprende poi quando la temperatura si aggira sui 10 gradi e questi ambienti si riempiono di acqua. A questo punto le uova si schiudono, danno origine a larve e, quindi, a zanzare adulte che colonizzano poi e zone circostanti secondo un andamento a focolaio. In Italia, è presente come insetto adulto da marzo a novembre-dicembre, ma la deposizione della uova invernali, quelle destinate a svernare, si conclude entro la fine di ottobre e metà novembre”.
“E’ un vettore di diverse malattie virali, in particolare la Dengue, la Febbre Gialla e alcune encefaliti. Nelle nostre zone – prosegue Zorzut – questi agenti patogeni sono assenti e, quindi, questo rischio è solo teorico. Ma non è possibile escludere un aumento della probabilità di diffusione di queste malattie anche nel nostro Paese. Anche la sola puntura della zanzara tigre rappresenta un problema. E’, infatti, molto aggressiva, punge soprattutto nelle ore più fresche della giornata, al mattino presto e al tramonto, e riposa di notte sulla vegetazione. Le sue punture procurano gonfiori e irritazioni persistenti, pruriginosi o emorragici, e spesso anche dolorosi”.
Come possiamo prevenire le punture? “Nei mesi più caldi, quando le temperature medie sono intorno ai 25°C, la zanzara può completare un ciclo di sviluppo in meno di 10 giorni, con un picco di massima densità al culmine dell’estate, tra agosto e settembre. L’azione di contrasto è essenzialmente preventiva e deve puntare a limitare tutte le situazioni e i comportamenti che ne facilitano la riproduzione e la diffusione. La strategia di lotta si concentra soprattutto sull’individuazione e distruzione dei focolai larvali e sulle campagne d’informazione al cittadino per prevenire la possibilità di deposizione delle uova. Un altro aspetto fondamentale è monitorare la diffusione, tipicamente urbana. Per questo, è necessario monitorare tutte le zone in cui l’acqua ristagna, come i sottovasi di piante e fiori, aiuole, vasche e fontane ornamentali, qualsiasi contenitore lasciato all’aperto, grondaie, … Oltre a un monitoraggio sistematico, sono utili trattamenti larvicidi, interventi mirati contro le zanzare adulte nelle zone dove l’infestazione è particolarmente intensa (come i cimiteri o in generale le aree verdi o le acque stagnanti) e campagne informative per tutte le fasce di popolazione”.
Regole utili per evitare le punture
I cittadini possono efficacemente contribuire alla lotta alla zanzara tigre, cercando di seguire alcune semplici regole. Ecco i consigli principali.
- Evitare l’abbandono di materiali in cumuli all’aperto che possano raccogliere l’acqua piovana.
- Eliminare l’acqua dai sottovasi, dagli annaffiatoi, dai bidoni, dai copertoni.
- Innaffiare direttamente con le pompe gli orti e i giardini, senza mantenere riserve di acqua a cielo aperto.
- Se necessario l’uso di recipienti per la raccolta dell’acqua, cercare di tenerli coperti e provvisti di zanzariera, ben fissata e tesa.
- Pulire e trattare bene i vasi prima di ritirarli all’interno durante i periodi freddi. L’abitudine di portare le piante al riparo dai freddi invernali, infatti, è probabilmente una delle cause che generano, all’arrivo della primavera quando le temperature salgono e le piante vengono nuovamente esposte e innaffiate, la schiusa delle uova invernali facilitando notevolmente la diffusione della zanzara stessa nell’ambiente.
- Introdurre pesci rossi, grandi predatori delle larve di zanzara, nelle vasche e nelle fontane dei giardini.
- Trattare i tombini, e tutti i recipienti posti all’esterno dove si raccoglie acqua piovana, ogni 7-10 giorni con prodotti larvicidi specifici che si acquistano in farmacia. In particolare, il prodotto più diffuso e consigliato è il Bacillus thuringiensis israelensis. Questo derivato da un batterio capace di produrre una tossina ad azione molto specifica contro la zanzara tigre, ha numerosi vantaggi: è naturale e non di sintesi chimica ed è già presente nell’ambiente, uccide solo le larve di Aedes albopictus e di pochissime altre. Purtroppo, i repellenti naturali non sono efficaci contro la zanzara tigre.