“Si tratta di scelte che individuano professionisti di estremo valore, basate sul giudizio di una commissione tecnica indipendente e intraprese, nel caso di Trieste e Udine, anche con la piena condivisione delle due Università”. Lo ha detto a Trieste il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, a margine della firma dei contratti da parte dei nuovi direttori generali delle quattro Aziende sanitarie (che saranno ufficialmente istituite a partire dal prossimo 1 gennaio), del Centro di riferimento oncologico (Cro) di Aviano e dell’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) Burlo Garofolo di Trieste.
La Giunta regionale, su proposta del vicegovernatore con delega alla salute, Riccardo Riccardi, ha infatti approvato la delibera con la quale sono stati nominati i vertici amministrativi del sistema sanitario regionale: Giuseppe Tonutti all’Azienda regionale di coordinamento per la salute (Arcs); Antonio Poggiana all’Azienda sanitaria universitaria integrata Giuliano Isontina (AsuGI); Massimo Braganti all’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale (AsuFC); Joseph Polimeni all’Azienda sanitaria Friuli Occidentale (AsFO); Francesca Tosolini al Cro di Aviano; Stefano Dorbolò all’Irccs Burlo Garofolo di Trieste.
Fedriga, spegnendo sul nascere le polemiche, ha spiegato che “a differenza di quanto è accaduto in passato, in questa occasione è stata prima costituita una commissione indipendente che ha poi prodotto un elenco di profili di assoluto livello, nei confronti dei quali il livore espresso da una parte dell’Opposizione appare del tutto ingiustificato, oltre che autolesionistico, da un punto di vista politico”.
Il governatore, infine, ha sottolineato come sulla partita la Giunta si sia mossa “in piena sintonia, esprimendo un’unanimità sostanziale oltre che formale”.
I contratti sottoscritti oggi dai nuovi direttori generali decorrono dal 1 gennaio 2020 con scadenza 31 dicembre 2024.
POLEMICHE DALLE OPPOSIZIONI. “Abbiamo perso un’occasione importante per risollevare le sorti della sanità del Friuli Venezia Giulia”. Così il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle Andrea Ussai commenta le nomine dei direttori generali delle Aziende per l’assistenza sanitaria (Aas), ufficializzate nei giorni scorsi.
“È un vero peccato che chi aveva il dovere e la responsabilità di promuovere un cambio di passo abbia voluto invece andare in continuità con la Giunta precedente, non solo con la riforma sanitaria ma anche con la nomina dei manager – afferma l’esponente del M5S -. Accanto alle seconde e terze linee del periodo Serracchiani-Telesca per l’Azienda sanitaria Giuliano-Isontina e l’Azienda regionale di coordinamento per la salute (Arcs), sono infatti stati scelti, per l’Area vasta udinese, un ex direttore amministrativo da 6 mesi commissario a Terni alla sua prima esperienza come direttore generale, mentre per quella pordenonese un altro profilo simile, ex direttore sanitario di presidio sempre di estrazione toscana ma ora in Basilicata. “L’abile e astuto assessore Riccardi ha vinto su tutta la linea, piegando ogni aspirazione della Lega e di un assente presidente Fedriga, a cui in teoria spettavano le nomine – prosegue Ussai -. Questo la dice lunga su un partito con molti rappresentanti in Consiglio regionale, ma con poco peso politico.
“Da mesi si parlava del rientro del direttore Bordon, molto quotato anche fuori regione, ma è mancato il coraggio di mettere alla guida di Arcs una persona competente e che conosca il territorio – conclude il consigliere regionale -. Adesso raccoglieremo i frutti che sono stati seminati: privatizzazione dei servizi, posti per gli amici degli amici e una sanità sotto il totale controllo di un assessore alla Salute che si è dimostrato più bravo a fare strade”.
Anche la consigliera regionale del Pd Mariagrazia Santoro commenta anche le nomine dei nuovi direttori delle Aziende per l’assistenza sanitaria e ritiene clamorosa l’esclusione di Paolo Bordon: “Fedriga ha dimostrato che la sanità non è estranea al metodo di spartizione usato fin’ora in altri settori. Gli avvertimenti sono stati ignorati e nemmeno di fronte al sistema sanitario, la macchina di propaganda leghista si è fermata. Dicono che la politica deve restare fuori dalla sanità e poi, nei fatti, ci affondano le mani fino al midollo”.
“La scelta dei nuovi direttori delle Aziende sanitarie rappresenta una conferma di continuità con la precedente amministrazione regionale”. Ad affermarlo è il consigliere Walter Zalukar, del Gruppo Misto. “Al vertice dell’Azienda regionale di coordinamento per la salute (Arcs), che è il ‘capo’ tecnico dell’intera sanità del Friuli Venezia Giulia – prosegue l’esponente di centrodestra -, viene designato Tonutti, che insieme a Marcolongo ha rappresentato il braccio secolare dell’ideologia Serracchiani-Rotelli. Più che dispute ideologiche, si rileva lo sfascio della sanità regionale, un tempo eccellente e ora ridotta in macerie dalla precedente amministrazione. Serviva una sorta Piano Marshall per la ricostruzione, si è scelto invece di rimanere nella scia del degrado”.
“L’assessore Riccardi ha spesso ribadito come il malfunzionamento della Centrale dell’emergenza sanitaria di Palmanova derivasse dalla precedente amministrazione, ma – così ancora Zalukar – proprio Tonutti è stato tra gli artefici del piano regionale dell’emergenza, nel cui ambito si inserisce la Centrale di Palmanova. Ora Tonutti viene designato al vertice dell’Azienda da cui dipende la Centrale dell’emergenza. Che coerenza”.
Non da ultimo, il consigliere critica anche la nomina di Poggiana a commissario straordinario dell’Azienda sanitaria universitaria Asuits e dell’Azienda per l’assistenza sanitaria Bassa Friulana-Isontina, in quanto “il suo operato ha suscitato non poche critiche con l’attribuzione di 108 incarichi di funzione ai sanitari dell’isontino che ha penalizzato in prospettiva i professionisti di Trieste. O forse proprio ciò ha contribuito alla nomina e avremo dunque l’ennesima discriminazione dell’area giuliana? Il timore non sembra infondato”.