Da lunedì 29 novembre il Fvg sarà quasi certamente in zona gialla. Ma le prossime due settimane saranno decisive per ‘evitare’ un ulteriore cambio di colore, che potrebbe far virare la nostra regione verso l’arancione.
L’ago della bilancia? E’ legato alle ospedalizzazioni che, proprio nei prossimi 15 giorni, dovrebbero raggiungere il picco. Nel frattempo, si guarda alle decisioni del Governo, chiamato a varare le nuove regole Covid, con in vista il Super Green Pass, ovvero misure differenziate tra chi è guarito o si è vaccinato e chi non è immunizzato.
Il tema è stato anche al centro dell’incontro che il vicepresidente Riccardo Riccardi ha tenuto nella sede della direzione dell’Azienda sanitaria Friuli occidentale (Asfo), con il prefetto di Pordenone Domenico Lione, il direttore generale Joseph Polimeni, il direttore sanitario Michele Chittaro e il direttore del dipartimento di prevenzione di Asfo Lucio Bomben, in videoconferenza con i sindaci dell’area. La riunione è servita per fare il punto della situazione anche in relazione all’aumento dei contagi e tracciare una condivisione con tutti i portatori di interesse per arrivare a mettere in campo interventi coordinati.
Riccardi ha rimarcato le motivazioni del rialzo dell’epidemia fra le quali la mobilità transfrontaliera; da qui la necessità di imporre ai Paesi confinanti misure restrittive forti. Ma le ragioni dell’aumento dei contagi è da individuare anche nella vaccinazione “mediamente più bassa rispetto al resto del Paese – ha precisato Riccardi” e dalle conseguenze degli assembramenti senza distanziamenti e mascherine. Un passaggio ha riguardato, poi, la proposta delle Regioni al Governo centrale sul Green pass: “Consentire l’agibilità alle persone distinguendo fra vaccinate e non, è una misura di equità – ha detto Riccardi – e ci aiuterebbe a contenere il rialzo dei contagi”.
“Il flusso della mobilità transfrontaliera è veicolo di contagio. Questa condizione incide di meno nell’area del Pordenonese rispetto a Trieste, ma il virus circola e dovremmo aspettarci un aumento del contagio in questo territorio nelle prossime settimane. E’ rilevante, comunque, che il rapporto fra intensità dell’infezione e la ricaduta sulla domanda ospedaliera si mantenga ai livelli attuali. Se questo rapporto è alto ci sono impatti negativi anche sulle attività programmate per le altre patologie ma questo dipenderà dalle adesioni alla vaccinazione e alla terza dose oltre che dal rispetto delle regole”, ha detto il vicegovernatore Riccardi.
“Il rapporto fra andamento dell’infezione e domanda ospedaliera mostra dati diversi rispetto all’anno scorso. All’interno di questa partita vediamo alcuni vaccinati che riprendono il virus ma con caratteristiche diverse, non gravi. Il vaccino non ferma l’infezione ma blocca la malattia – ha indicato Riccardi -. Gli ospedali tengono ma il sistema è provato da due anni di fatica. Dobbiamo convincere le persone a farsi somministrare la terza dose e a continuare a rispettare le regole che abbiamo imparato a conoscere quali il distanziamento, l’uso della mascherina e il lavaggio frequente delle mani”.
Il vicegovernatore ha ribadito, infatti, l’importanza di incrementare l’adesione: “Oggi alle 15 si registravano oltre 10.000 nuove adesioni, un dato importante che, però, s’inserisce in un approccio ancora timido rispetto ai numeri presenti nella fascia Over 40”.
Da questa esigenza è emerso anche l’appello a incentivare l’adesione vaccinale che, per il Prefetto, “è elemento fondamentale per il prossimo futuro: tutta la popolazione già vaccinata deve essere raggiunta con la dose booster” e in questo senso è importante il ruolo dei sindaci che possono veicolare l’importanza di completare il ciclo con la terza dose attraverso una campagna informativa omogenea che raggiunga i cittadini.
E sempre ai primi cittadini è stato chiesto di sensibilizzare la popolazione e i pubblici esercizi sul Green Pass al di là dei controlli che saranno incrementati dalle Forze dell’ordine.
Alcuni dati esaminati nel corso della riunione hanno dato il quadro della situazione: il 15 febbraio del 2020 si contavano, come oggi, 851 positivi nell’area Pordenonese con 100 persone ricoverate nei reparti ospedalieri e 10 in terapia intensiva, mentre oggi si contano circa 40 persone nei reparti internistici e nessun cittadino della provincia di Pordenone in terapia intensiva. Inoltre, un anno fa i ricoveri giornalieri erano una ventina mentre adesso sono 4/5 al giorno. Dati che dimostrano gli effetti positivi del vaccino. Il picco sui nuovi positivi è palese anche nel contesto scolastico: da una media di 3/5 nuovi casi giornalieri si è passati agli attuali 12/15. Oggi nel Pordenonese si contano 15 classi in quarantena (in prevalenza scuole dell’infanzia, qualche scuola media e superiore).