Il 15 giugno in tutto il mondo viene celebrata la Giornata mondiale dell’anziano vittima di abusi, con l’obiettivo di accrescere la sensibilità di tutti nei confronti di un tema ancora troppo poco conosciuto, anche da parte degli stessi operatori sanitari. L’Azienda pubblica di servizi alla persona Fondazione Emilia Muner de Giudici a Lovaria di Pradamano ha deciso di dedicare al tema una giornata di approfondimento. Aderendo alla giornata mondiale, l’Asp ha organizzato una giornata aperta ai cittadini e ai professionisti della sanità, ‘Porte aperte a Villa Muner’. Dalle 9.30 alle 18.30 la struttura sarà visitabile e, inoltre, dalle 9.30 e nuovamente alle 15, in sala biblioteca ci sarà la presentazione di tutti i servizi della Residenza, con l’apporto delle varie figure professionali che prestano il loro lavoro in struttura.
Contemporaneamente, al Centro semiresidenziale per demenze e Alzheimer si svolgerà un convegno dal titolo ‘Giù le mani dai vecchi: idee per prendersi cura’. Diversi i relatori tra cui la dottoressa Giusi Perna, neuropsicologa e felicitatrice del Sente-Mente modello, la dottoressa Letizia Espanoli ideatrice del Sente-Mente Modello e la dottoressa Grazia Frassin direttore dell’Opera Pia Raggio di Sole a Barbarano Vicentino che parlerà di come l’aver portato Sente-Mente organizzazione in struttura, abbia radicalmente modificato il rapporto tra residenti e operatori portando a un ambiente di lavoro che “sa di casa”, il dottor Luigi Canciani Responsabile Distretto Asui Udine e il primario di Neurologia di Udine, Daniela Cargnelutti.
Da uno studio pubblicato nel 2017 sul Lancet Global Health dal titolo “Prevalenza degli abusi sugli anziani nelle strutture comunitarie: una revisione sistematica e una meta-analisi”, è emerso come un anziano su 6, il 16% sopra i 60, abbia subito un abuso, non solo fisico, ma anche psicologico, finanziario, di trascuratezza o addirittura sessuale.
L’Asp Muner de Giudici, volendo affrontare il problema e ritenendo che occorra agire a livello di comunità sociale, ha attivato alcune azioni volte a prevenire i maltrattamenti nella sua struttura. Al primo posto merita un’attenzione particolare il Protocollo per la prevenzione degli abusi nei confronti degli utenti che come un faro mette luce sui valori che la struttura porta avanti. Nello stesso si legge: “E’ dovere di tutti coloro che prestano assistenza, proteggere tutte le persone affidate e permettere loro di vivere una vita dignitosa fino al termine della loro esistenza”.
Le attività, poi, vengono personalizzate il più possibile sulla base delle esigenze dell’anziano; le famiglie vengono coinvolte nei progetti assistenziali individuali; prima dell’ingresso in struttura viene raccolta la biografia dell’anziano così da poter permettere a tutti i professionisti di conoscere quali siano le abitudini e le preferenze così da valorizzare l’unicità dell’Ospite che entra in struttura; viene dato valore al bisogno di intimità, di riservatezza e al senso del pudore, perché non è affatto vero che un vecchio nel momento in cui entra in struttura debba essere espropriato del suo “essere” per “omologarsi”, quasi fosse semplicemente un oggetto che trova una collocazione diversa dall’abitazione di famiglia.
Professionisti sanitari portati, anche attraverso percorsi formativi dedicati, a coltivare la compassione, l’umanità, la sensibilità, la comprensione, la tolleranza e non per ultime le capacità di accoglienza e di gentilezza.
Le attenzioni che l’Aso dedica alle persone ospitate in struttura, nel 2016 le hanno valso il riconoscimento, unica struttura del Fvg, da parte di Onda (Osservatorio nazionale sulla salute della donna) di due bollini Rosa/Argento su tre. Uno degli obiettivi di Onda è quello di creare per le famiglie uno strumento di orientamento, una sorta di tripadvisor sociale per aiutare i famigliari a scegliere la struttura più adatta per il proprio caro non autosufficiente. Un indicatore in più che ci fa comprendere l’eccellenza di questa struttura.
Il modello organizzativo del centro demenze è stato studiato e organizzato dalla Letizia Espanoli, supervisore dello stesso per alcuni anni, che nel 2014 ha ideato il Sente-Mente modello organizzativo, un’opportunità verso il cambiamento. Si tratta di un modello organizzativo terapeutico, capace di portare le organizzazioni a svelare la Bellezza della Cura, attraverso la capacità di formare e motivare gli operatori alla relazione e soprattutto di apprendere modalità vincenti per so-stare accanto al dolore ed alle difficolta.
Uno dei rami è Sente-Mente Organizzazione, un modello innovativo che sempre più strutture per anziani in Italia stanno scegliendo. Un viaggio che dura tre anni durante il quale Espanoli, affiancata dalla sua equipe, introduce gli strumenti del Sente-Mente attraverso 52 tessere che vanno a trattare in modo specifico tutti i momenti di vita di una Casa di Riposo, dall’accoglienza del residente, al dolore fisico, dallo stress lavoro correlato all’ educare alla felicità nella struttura.
Per la partecipazione al convegno è necessario iscriversi, i contatti per farlo sono o inviando una mail a [email protected] o telefonando al 0432/671684.