La sindrome della morte improvvisa infantile (conosciuta anche come “morte in culla”) consiste in un decesso improvviso e inspiegabile di un bambino di età compresa tra un mese e un anno. Attualmente non esistono dati nazionali sull’incidenza del fenomeno, mancando un sistema di rilevazione omogeneo. In passato è stata calcolata nell’ordine del 1-1,5 dei nati vivi In Italia, ma è attualmente in netto declino per la maggior attenzione nel coricare i neonati in posizione supina.
È questa infatti la prima regola per prevenire la morte in culla.
La Croce Rossa Italiana è impegnata a diffondere attraverso workshop gratuiti su tutto il territorio nazionale l’adozione di semplici regole nell’ambito del progetto ‘Sonno sicuro’ come parte integrante delle Manovre Salvavita Pediatriche.
Tra gli accorgimenti da adottare per un ‘sonno sicuro’, tenere l’ambiente a una temperatura di circa 20 gradi; evitare l’eccesso di indumenti e di coperte pesanti, di cuscini imbottiti, trapunte o altri oggetti soffici. Il bambino deve essere sistemato con i piedi che toccano il fondo della culla/lettino in modo che non possa scivolare sotto le coperte; si deve evitare la condivisione del letto dei e coi genitori e/o altri bambini, mentre l’uso del succhiotto durante il sonno, raccomandato in alcuni paesi, può avere un effetto protettivo, in ogni caso va proposto dopo il mese di vita (per non interferire con l’inizio dell’allattamento al seno) e sospeso possibilmente entro l’anno di vita (per evitare che disturbi il buon sviluppo dei denti).
I pericoli nascosti durante la ‘nanna’
Attualmente non esistono dati nazionali sull’incidenza del fenomeno, mancando un sistema di rilevazione omogeneo.
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