Come anticipato questa mattina al governatore Massimiliano Fedriga, il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato una nuova ordinanza con cui si rinnovano le misure restrittive vigenti per Friuli Venezia Giulia, Campania, Emilia Romagna, Marche e Toscana. L’ordinanza è valida fino al 3 dicembre, ovvero fino alla scadenza dell’attuale Dpcm.
Novità, invece, per la Calabria (dove è stato finalmente sciolto il nodo-commissario), la Lombardia e il Piemonte che, da domenica 29, passano dal rosso all’arancione, e per Liguria e Sicilia, che entrano nell’area gialla.
Riassumendo, quindi, la ‘mappa del rischio’ vede: in zona rossa Abuzzo, Bolzano, Campania, Toscana e Valle d’Aosta; nella fascia arancione assieme al Fvg ci sono Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia e Umbria, mentre sono gialle il vicino Veneto, Liguria, Lazio, Molise, Sardegna, Sicilia e Provincia autonoma di Trento.
La Cabina di regia ha aggiornato il report in base ai dati relativi al periodo 16-22 novembre. La velocità di trasmissione dell’epidemia in Italia sta rallentando e ha raggiunto livelli di Rt prossimi a 1 in molte Regioni. Inoltre, per la prima volta da molte settimane, l’incidenza calcolata negli ultimi 14 giorni è diminuita a livello nazionale. “Questi dati sono incoraggianti e segnalano l’impatto delle misure di mitigazione realizzate nelle ultime settimane, ma si accompagnano a un lieve aumento nelle ospedalizzazioni in area medica e in terapia intensiva con pressione ancora molto elevata sui servizi ospedalieri che complessivamente non è in regressione”, si legge nel rapporto settimanale.
“L’incidenza rimane ancora troppo elevata per permettere una gestione sostenibile e il contenimento. Per questo motivo, è necessario raggiungere livelli di trasmissibilità significativamente inferiori a 1 consentendo una rapida diminuzione nel numero di nuovi casi di infezione e, conseguentemente, una riduzione della pressione sui servizi sanitari territoriali e ospedalieri”, si legge ancora. “Questo andamento non deve portare a un rilassamento prematuro delle misure o a un abbassamento dell’attenzione nei comportamenti”.
“Il Natale? Avrà una sua unicità. Questo è il tempo di abbassare la curva. Con questi numeri è molto difficile immaginare qualsiasi tipo di spostamento di massa, aggregazione o raduno” ha detto il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro.
“Saranno feste diverse, le prime e auspicabilmente le ultime grazie ai vaccini. Tutto quello che eravamo abituati a vedere a Capodanno non potrà avere corso, è inimmaginabile e incompatibile. La celebrazione religiosa dovrà essere compatibile con le misure concordate già con la Cei per quello che riguarda la fede cattolica per evitare focolai e trasmissioni”, ha aggiunto il presidente del Cosiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli. “Gli attuali numeri non sono compatibili con l’apertura degli impianti sciistici“, ha poi aggiunto Locatelli, sottolineando l’importanza di un messaggio forte anche dagli altri Paesi Ue.
“La curva relativa all’occupazione dei posti letto e di terapie intensive va verso l’appiattimento. Mentre il segnale dei decessi è ancora molto elevato. Non ci si può rilassare”, ha spiegato Brusaferro. L’età mediana dei casi di Covid in Italia è intorno a 48 anni. “Questo indica che sono sempre più anziani a contrarre l’infezione. Da qui l’importanza di proteggere queste categorie”, ripete Brusaferro. Per i deceduti l’età media supera gli 80 anni.
La conferma delle attuali misure è stata accolta con favore dalla Regione. “Se le statistiche continueranno a migliorare, con il nuovo Dpcm la Regione tornerà in zona gialla: una condizione che, numeri alla mano, sarebbe già realtà, ma che, ai sensi dell’ultimo decreto, necessita di 14 giorni per diventare esecutiva”, ha detto Fedriga.
“Al di là di questa buona notizia – prosegue il governatore – dobbiamo continuare a mettere in campo tutto l’impegno possibile a tutela della salute e delle attività economiche. Per questo, gli sforzi che faremo tutti insieme nei prossimi giorni saranno fondamentali per tornare in area gialla e, più nel lungo periodo, per tutelarci vicendevolmente e impedire che la curva dei contagi torni a salire”.
“Usciamo da questa settimana con la conferma da parte del Governo delle condizioni che collocano ancora il Friuli Venezia Giulia in zona arancione. Anzi, gli indicatori ci segnalano che, pur in una situazione di preoccupazione che non va nascosta, il nostro Rt tende a calare in modo significativo“, gli ha fatto eco il vicegovernatore Riccardo Riccardi.
“In questo momento è fondamentale mantenere la massima lucidità per affrontare con grande impegno e determinazione le diverse situazioni di criticità. In una fase di emergenza come quella che stiamo vivendo – ha sottolineato il vicegovernatore – tutti dovrebbero farsi un esame di coscienza prima di fare affermazioni avventate”.
“Il Friuli Venezia Giulia, infatti, sta dialogando quotidianamente con l’Esecutivo nazionale che, con il nuovo Dpcm, dovrà prendere decisioni importanti su temi molto complessi, a partire dalle scuole. Dobbiamo avere la ragionevole certezza – ha precisato Riccardi – che ci siano le condizioni affinché gli istituti scolastici possano riaprire in modo definitivo”.
“C’è poi il tema riguardante la montagna che non riguarda solo gli impianti da sci. Certamente vanno evitate le situazioni troppo disinvolte avvenute alla fine della prima fase della pandemia e che ci hanno portato nelle condizioni attuali. Se però il Governo pare orientato a tenere chiusi gli impianti, non possiamo certo dimenticare che le strutture sciistiche dei Paesi confinanti resteranno operative. Stando così le cose, per proteggere la nostra regione – ha proposto il vicegovernatore – andrebbe prevista la chiusura dei confini o l’obbligatorietà di quarantena per chi rientra da Slovenia e Austria”.
“Infine c’è la somministrazione delle vaccinazioni Covid-19, un’operazione mai fatta prima. Intanto le campagne di test rapidi che stiamo effettuando in alcuni comuni stanno procedendo positivamente e al termine le valuteremo nei particolari”, conclude Riccardi.