Anche la prossima settimana il Fvg sarà in zona gialla. Dalla bozza del monitoraggio settimanale della cabina di regia arriva la conferma che l‘indice Rt rimane sotto il valore critico di 1. Stando alle prime anticipazioni, però, il parametro risale leggermente, a 0,83, dopo essere sceso a 0,8 sette giorni fa. Un valore comunque inferiore a quello dei precedenti report che si erano attestati a 0,98 il 12 febbraio, mentre il 5 febbraio era risalito fino a 1,03, facendo sfiorare i limiti per l’ingresso in zona arancione.
Guardando agli altri dati, è in calo quello relativo all’occupazione dei posti letto Covid. Dopo diverse settimane con valori stabilmente sopra soglia, le ospedalizzazioni nei reparti ordinari scendono al 27% (la scorsa settimana erano al 30%), mentre quelle in terapia intensiva si attestano al 33%, quindi leggermente sopra il livello critico (fissato al 30%), ma comunque in diminuzione rispetto alle precedenti settimane.
Come sempre, il responso ufficiale arriverà dopo la presentazione del report dell’Istituto Superiore di Sanità e del Consiglio Superiore di Sanità. Ma per il Fvg non dovrebbero esserci sorprese.
Nel frattempo, a far suonare un campanello d’allarme e a invitare a non abbassare la guardia sono l’aumento dei positivi degli ultimi giorni e il risultato del secondo test a campione sulla variante inglese: si è passati da un’incidenza sui casi esaminati del 5% (campioni del 3 e 4 febbraio) al 26% dei tamponi del 18 febbraio. Non sono, invece, state indidivuate la variante sudafricana e brasiliana.
La diffusione del virus modificato sul territorio appare maggiormente pronunciata nell’Isontino, seguito dal Friuli centrale. “Come noto – ha spiegato il vicegovernatore Riccardo Riccardi – a questa mutazione del Covid è attribuita una capacità di diffusione accentuata di almeno il 37%. Al fine di prevenire l’insorgere di altri focolai i Dipartimenti di prevenzione sono impegnati nelle operazioni di tracciamento cercando di isolare il più possibile questa variante”.
LA MAPPA EUROPEA. Nell’aggiornamento dei colori, l’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, ha indicato nuovamente il Fvg in ‘rosso semplice’, come già avvenuto nelle ultime settimane, dopo un periodo tribolato, che ci aveva più volte inserito nella ‘lista nera’, ovvero quella delle aree in ‘rosso scuro’.
Resta, invece, la colorazione più intensa per la provincia di Bolzano, la provincia di Trento e l’Umbria. Resta in ‘rosso scuro’ anche la vicina Slovenia.
L’ANALISI DELLA FONDAZIONE GIMBE. Anche dal report settimanale della Fondazione Gimbe arriva un quadro complessivamente stabile per la nostra regione. Dei cinque parametri presi in esame, infatti, tutti risultano in verde, ovvero in lieve calo, salvo quello delle terapie intensive che, come detto, vede il Fvg tra le otto Regioni ‘sopra soglia’.
A livello nazionale, “dopo quattro settimane di stabilità nel numero dei nuovi casi – afferma il presidente di Gimbe Nino Cartabellotta – si rileva un’inversione di tendenza con un incremento che sfiora il 10%, segno della rapida diffusione di varianti più contagiose”. In 11 Regioni aumentano i casi attualmente positivi per 100.000 abitanti e in dieci sale l’incremento percentuale dei casi totali.
La progressiva diffusione della variante inglese sta determinando impennate di casi che richiedono un attento monitoraggio per identificare tempestivamente Comuni o Province dove attuare le zone rosse. “Secondo le nostre analisi – spiegano da Gimbe – l’incremento percentuale dei nuovi casi rispetto alla settimana precedente è l’indicatore più sensibile per giustificare le numerose spie rosse che si accendono nelle diverse Regioni”.
In particolare, nella settimana 17-23 febbraio in ben 74 su 107 Province (68,5%) si registra un incremento percentuale dei nuovi casi rispetto al periodo precedente, con valori che superano il 20% in 41 Province. “Questi dati confermano che, per evitare lockdown più estesi, bisogna introdurre tempestivamente restrizioni rigorose nelle aree dove si verificano impennate repentine. Temporeggiare in attesa dei risultati del sequenziamento o di un consistente incremento dei nuovi casi è molto rischioso perchè la situazione rischia di sfuggire di mano”.
Sui vaccini anti-Covid, la continua revisione al ribasso delle forniture in soli due mesi ha quasi dimezzato le dosi previste per il primo trimestre 2021 che sono precipitate da 28,3 a 15,7 milioni. Dei vaccini previsti per i primi tre mesi, al 24 febbraio ne sono stati consegnati alle Regioni solo un terzo: per rispettare le scadenze, nelle prossime cinque settimane dovranno essere consegnate in media 2,3 milioni di dosi/settimana.
Nelle ultime due settimane preoccupa anche la frenata sul fronte delle somministrazioni, per difficoltà organizzative legate all’avvio della vaccinazione di massa per gli Over 80 ma anche per il personale del mondo della scuola e delle forze dell’ordine. Dati che segnano, comunque, marcate differenze regionali dal 1,58% dell’Abruzzo al 4,17% di Bolzano. L’inversione di priorità (non prevista dal piano vaccinale e dettata dall’indicazione di AstraZeneca solo per i ‘non anziani’), sta ritardando la protezione della categoria che ha pagato il tributo più alto in termini di vite umane, ovvero chi ha più di 70 anni.
“Per uscire dalla pandemia – conclude Cartabellotta – è necessario un netto cambio di passo del Governo Draghi. Innanzitutto, incrementare le forniture lavorando ad accordi vincolanti tra Europa e aziende produttrici ed eventuale produzione conto terzi in Italia, oltre ad accelerare le somministrazioni attraverso uno stretto monitoraggio regionale per identificare eventuali criticità. In secondo luogo, le Regioni devono applicare con massima tempestività e rigore le zone rosse locali per evitare lockdown più estesi e arginare gli effetti della terza ondata. Infine, Governo e Regioni devono concertare una programmazione di riaperture a medio-lungo periodo, condividendo con la popolazione obiettivi realistici per un graduale ritorno alla normalità, evitando di fissare scadenze illusorie, perché l’agenda del Paese è ancora dettata dal virus”.