La telemedicina salvezza della sanità. E’ questo l’assunto che emerge dalla lettura della delibera che la Regione ha approvato lo scorso 3 febbraio. Un documento che pone le basi per una modifica sostanziale e strutturata del rapporto tra medico e paziente, ma soprattutto rivoluzionerà la gestione sanitaria del territorio grazie all’input del Pnrr.
A fare da cardine ci sarà una piattaforma regionale basata sulle nuove tecnologie, che permettono l’interazione via computer tra operatore sanitario e cittadino, dopo un’analisi delle condizioni di salute della popolazione friulana che determina le decisioni e le scelte.
In Friuli Venezia Giulia abitano un milione 194.647 persone, la maggior parte (il 26,8%) ha oltre 65 anni. L’indice di vecchiaia della regione, infatti, mostra che la popolazione Over 65 è più del doppio di quella pediatrica. Il tasso di mortalità grezzo medio dal 2011 al 2019 è stato dell’11,7 per mille, nel 2021, in seguito alla pandemia Covid-19, è salito al 14 per mille circa. Nel 2021 in Fvg il 41,5% delle persone ha dichiarato di avere una malattia cronica, mentre il 21,4% due.
La prevalenza maggiore è l’ipertensione (19,5%), seguita da diabete (5.7%), bronchite cronica, malattie del cuore e tumori. Sono proprio questi pazienti quelli che saranno maggiormente interessati ai nuovi progetti di telemedicina. In Fvg saranno circa 5.000 utenti quelli che si prevede di assistere attraverso telemonitoraggio, televisita, teleconsulto e teleassistenza. Se a questi si aggiungono infermieri, medici e altro personale sanitario, il totale dei soggetti coinvolti in questa rivoluzione raggiungerà i 25.280 utenti.
Dopo la delibera che traccia la direzione, entro giugno di quest’anno si provvederà alla definizione più dettagliata del modello che sarà applicato alla sanità regionale, mentre per l’attivazione vera e propria dei servizi, previa validazione attraverso la piattaforma nazionale, bisognerà aspettare la primavera del 2024.
“E’ stata la pandemia a costringerci ad accelerare la digitalizzazione della sanità, ma tutti ci rendiamo conto che si tratta di un processo irreversibile e che la telemedicina è il prossimo passo da compiere. Finora sono stati avviati solo esperimenti più o meno singoli, mentre ora si tratta di impostare un piano a largo raggio. Inoltre il gruppo dei medici è eterogeneo nei confronti delle nuove tecnologie: ovviamente i più giovani sono più abituati a utilizzarle, mentre i più anziani fanno un po’ più fatica”.
Il presidente dell’Ordine dei medici di Udine, Gianluigi Tiberio, dimostra la massima apertura nei confronti di procedure informatiche che possano snellire il lavoro burocratico soprattutto dei medici di medicina generale e contemporaneamente fornire ai pazienti risposte accurate in tempi rapidi. Evidenzia, però, alcuni punti critici che potrebbero compromettere il risultato auspicato. “Prima di tutto bisognerà organizzare un sistema che garantisca la tutela della privacy del paziente – prosegue Tiberio -. Come si sa questo è uno dei punti più delicati della gestione della sanità a distanza. Mi auguro che siano messe in campo tutte le misure necessarie a tutelare e a trattare i dati inerenti alla salute. In secondo luogo, davanti a un cambiamento epocale della sanità, bisogna prevedere investimenti adeguati, in termini di strumenti e di formazione del personale”.