“Implementare ulteriormente le cure precoci al domicilio delle persone colpite da Covid-19, per evitare il peggioramento delle condizioni di salute e ridurre così la pressione sui pronto soccorso e sui reparti ospedalieri”. E’ questo l’impegno che Simona Liguori, consigliera regionale dei Cittadini, chiede alla Giunta Fedriga con una mozione.
“Purtroppo, in Friuli Venezia Giulia il numero dei casi di positività al Coronavirus resta tra i più alti in Italia – spiega la Liguori in una nota – e i numeri dimostrano che il quadro generale non è affatto rassicurante: solo nella giornata di domenica 21 marzo si sono registrati 578 casi, che a fronte di 6.962 tamponi portano a un tasso medio di positività pari all’8,3%, oltre a 15 decessi, 81 ricoveri nelle terapie intensive e 596 in altri reparti, con 15.468 persone in isolamento”.
“Per mettere in sicurezza il malato nella propria abitazione e non accrescere il numero di accessi ai pronto soccorso, le cure domiciliari precoci restano fondamentali. E qui, accanto ai medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, che hanno conoscenza diretta dei propri assistiti – conclude l’esponente dei civici -, svolge un ruolo di primo piano il personale delle Unità speciali di continuità assistenziale”.
“È corretto indicare come priorità nazionale l’accelerazione della campagna vaccinale, ma per uscire dall’incubo Coronavirus pari attenzione deve permanere anche sul fronte della cura, in particolare domiciliare”. Lo afferma la consigliera regionale Mara Piccin (Forza Italia), annunciando il deposito di una mozione, sottoscritta dall’intero gruppo di Forza Italia.
“La giunta regionale, con il vicepresidente Riccardi, si è dimostrata attenta al tema dell’assistenza domiciliare, istituendo un sistema di telemedicina al quale è ora auspicabile – osserva Piccin – abbinare la definizione puntuale e chiara, a livello nazionale, di indicazioni per formulare un preciso protocollo di gestione domiciliare dei pazienti con Coronavirus. Su questo aspetto, il governo nazionale e l’Istituto superiore della sanità devono definire chiari e precisi protocolli per la gestione domiciliare di pazienti con infezione da Sars-Cov-2, in modo che tutte le Regioni, compreso il Fvg, possano di conseguenza adeguarvisi. La mozione ha l’obiettivo di far sì che la giunta regionale solleciti Stato e Iss in tal senso”.
La forzista fa riferimento anche al fatto che “paracetamolo e vigile attesa, sulla scorta dell’ordinanza del Tar del Lazio della scorsa settimana, potrebbero essere integrati con altri farmaci e con il monitoraggio diretto. Inoltre, va tenuto conto che la Regione Piemonte, nei giorni scorsi, ha aggiornato il protocollo per le cure domiciliari prevedendo altri farmaci”.
“La nuova ondata di contagi e il peggioramento degli indici che hanno riportato anche il Fvg in zona rossa – continua Piccin – comportano la necessità di un rafforzamento anche della gestione domiciliare dei pazienti in chiave anti-Covid, che potrebbe incidere positivamente sugli indici relativi ai tassi di occupazione dei posti letto delle aree di terapia intensiva e medica dedicate. Da un lato, garantirebbe una gestione efficace ed efficiente dei pazienti con malattia lieve e, dall’altro, ridurrebbe il rischio di aggravamento delle condizioni di altri inizialmente rientranti in casi di malattia lieve, evitando il conseguente ricovero in area medica o in terapia intensiva. Diversi professionisti sostengono l’efficacia di una gestione domiciliare dei pazienti e, al contempo, denunciano la mancanza di precise indicazioni ufficiali in tal senso. Spostare la cura, laddove possibile, fuori dall’ospedale, va anche nella direzione della riforma sanitaria voluta dal centrodestra regionale”.
“Ciò potrebbe incidere positivamente sulla situazione di terapie intensive e reparti Covid degli ospedali regionali, abbassando il livello di rischio del Fvg, con evidenti riflessi positivi anche sugli altri settori. Le indicazioni da Roma però ancora mancano – conclude -, nonostante le circolari ministeriali indichino la valenza delle cure domiciliari, ma accennino soltanto genericamente a terapie per i casi sintomatici”.