Ridare vita, funzioni e i principali servizi agli ospedali di Cividale, Gemona, Maniago e Sacile. E’ questo l’obiettivo della manifestazione che si svolgerà sabato 2 aprile dalle 10 a Cividale, organizzata dal locale comitato Io voglio l’ospedale a Cividale.
All’evento hanno aderito anche il Coordinamento regionale dei piccoli ospedali che comprende i Comitati di Cividale, Gemona, Maniago e Sacile. Parteciperanno pure il Tribunale del Malato, i pensionati dello Spi Cgil e alcuni Sindacati di lavoratori della Sanità, oltre a cittadini della regione.
“La motivazione che vogliamo ribadire ancora una volta”, sottolineano gli organizzatori, “è l’importanza degli ospedali periferici, una risorsa preziosa per i loro territori che, purtroppo, i governi di centrosinistra e centrodestra hanno pesantemente declassato, togliendo loro funzioni e servizi a favore dei grandi Hub e delle zone politicamente più pesanti. Questa azione di depauperamento è iniziata nel 2014 con la riforma Serracchiani che li ha declassati a presidi ospedalieri, trasformando in particolare i Pronto Soccorso in Punti di Primo Intervento, che possono gestire solo i codici bianchi e verdi e sono costretti a mandare i pazienti più gravi in altri nosocomi, con tempi di risposta allungati e, quindi, con rischi maggiori per i pazienti”.
“Anche la recente riforma del centrodestra non ha modificato questo stato di cose, che la pandemia ha ulteriormente peggiorato. In questi anni abbiamo ascoltato solo promesse, mentre la Sanità pubblica peggiorava continuamente, nonostante la dedizione del personale sanitario, numericamente insufficiente e malpagato”, continuano dai Comitati.
“Inoltre non c’è mai stato un confronto pubblico con i cittadini, per ascoltare la loro voce e si è preferito gestire tutto nelle segrete stanze istituzionali, con i risultati che abbiamo sotto gli occhi. Ora il Pnrr mette a disposizione della Regione ben 120 milioni di euro per la Sanità. E’ una occasione storica per ridare dignità e servizi agli ospedali periferici, che sono un essenziale presidio dei loro territori e filtro per i grandi nosocomi. Non si sprechino denari ed energie per fantomatici ospedali di Comunità, tutti da definire, e Case della Comunità, copia degli attuali falliti Centri di Assistenza Primaria, che non sono andati oltre al raggruppamento degli ambulatori dei medici di famiglia. Si faccia, invece, una vera politica di assunzioni di personale sanitario, che è il vero problema della Sanità pubblica e di cui non vediamo la volontà di attuarla”, conclude Claudio Polano a nome del Coordinamento regionale dei piccoli Ospedali.