Lavorare nel sistema sanitario ai tempi del Covid non è solo faticoso. Porta anche a uno stress che ha conseguenze sulla psiche. Lo dimostra l’aumento di sintomi ansiosi, legati direttamente al rientro sul posto di lavoro, dove avrebbero dovuto ancora gestire pazienti Covid positivi, registrata negli operatori sanitari del Friuli occidentale che si sono rivolti a ‘COndiVIDiamo’, il servizio di sostegno psicologico e psicoterapeutico attivato dal Dipartimento di Salute mentale di Pordenone, diretto da Fulvio Tesolin, fin dall’inizio del lockdown.
Un punto d’ascolto pensato, oltre che per gli operatori sanitari dell’Azienda sanitaria del Friuli occidentale, anche per i pazienti covid-positivi, i loro congiunti, le persone in quarantena e chi ha subito un lutto causato dal Coronavirus. L’equipe, composta da psicologi-psicoterapeuti, si è occupata finora di una settantina di pazienti positivi o in quarantena e di 20 operatori sanitari.
“Per quanto riguarda il personale ospedaliero – spiega Tesolin – è emerso che, nella fase più acuta dell’emergenza, l’attenzione degli operatori era focalizzata sulla necessità di far fronte all’importante carico lavorativo e non c’erano né lo spazio mentale, né il tempo per soffermarsi sui bisogni emotivi”, conclude.
Questi sono emersi successivamente. Per gestire l’ansia provata dagli operatori che hanno vissuto la prima ondata, e soprattutto da chi è risultato positivo è stato creato un gruppo telematico che ha consentito il confronto delle singole esperienze e l’emergere dei temi della frustrazione, dell’impotenza, della rabbia e della fatica e che ha consentito un utile defaticamento emotivo. “Questa esperienza dimostra – conclude Tesolin – come il Servizio di Sostegno psicologico e psicoterapeutico sia un’offerta di qualità che intendiamo mantenere e se necessario potenziare”.