Il Covid è una malattia asintomatica nel 40% dei casi e la maggior parte dei pazienti sintomatici presenta disturbi moderati/lievi che non richiedono il ricovero o la terapia intensiva, specialmente durante l’ondata Omicron, il cui tasso di ospedalizzazione è stato stimato attorno allo 0.3%.
La principale via di ingresso del virus SARS-CoV-2 nel corpo umano è il naso (ecco il perché dei tamponi nasali per fare diagnosi) e le alte vie aeree (naso, gola, bronchi) sono coinvolte fin dalle prime fasi dell’infezione.
L’irrigazione nasale con soluzioni ipertoniche (acqua di mare) o anche isotoniche sono un approccio tradizionale per curare infiammazioni nasali o alle vie respiratorie, con proprietà anche preventive nei confronti delle infezioni delle alte vie respiratorie.
Il Trial Clinico Renaissance (Regressed Nasal Infectivity and Shedding of SARS-CoV-2 by Achieving Negativization for COVID-19 Earlier) è uno studio prospettico controllato open-label condotto dal dottor Luca Cegolon (UniTS) e dal professor Mastrangelo (UniPD), con il supporto dell’unità di otorinolaringoiatria dell’Ospedale Ca’ Foncello di Treviso, per valutare l’efficacia di una soluzione salina, spruzzata nelle cavità nasali di pazienti affetti da Covid lieve/moderato per ridurre l’infettività e dispersione virale nell’ambiente.
108 pazienti positivi sono stati reclutati dal Covid point di Treviso a febbraio-marzo 2022, quindi durante l’ondata Omciron, suddivisi in due gruppi: 50 che ricevevano terapia Covid standard e trattamento con spray nasale a base di soluzione salina tre volte al giorno (ogni otto ore); 58 controlli che ricevevano solo terapia Covid standard.
I pazienti si sottoponevano a un test antigenico rapido ogni giorno durante il loro isolamento domiciliare per il Covid, fino a ottenere il primo tampone negativo. Ogni tampone giornaliero auto-somministrato doveva essere eseguito prima dell’auto-somministrazione nasale di soluzione salina. All’entrata (diagnosi di COvid dopo tampone PCR positivo) e all’uscita (tampone negativo di fine isolamento) dello studio, i pazienti compilavano un questionario che raccoglieva informazioni demografiche, su eventuali malattie e/o fattori di rischio e su eventuali sintomi prima e dopo l’infezione.
L’obiettivo dello studio era verificare se l’uso dello spray nasale potesse ridurre i giorni di positività al tampone per SARS-CoV-2. Durante i primi cinque giorni di trattamento, i pazienti trattati con soluzione salina nasale si negativizzano in media due giorni prima dei controlli. Il tasso di negativizzazione nei pazienti trattati con soluzione salina nasale era significativamente superiore rispetto ai pazienti trattati con terapia standard (Hazard ratio= 6.12, 95%CI: 1.76–21.32), senza evidenza di effetti collaterali, in base ai sintomi raccolti a inizio e fine isolamento.
In conclusione lo spray nasale a base di soluzione salina si è dimostrato efficace nel ridurre di due giorni la positività del tampone per SARS-CoV-2 rispetto ai pazienti trattati con terapia standard. Il componente responsabile dell’effetto antivirale sembrerebbe essere l’ acqua di mare, che stimolerebbe la ghiandole della mucosa nasale a produrre acido ipocloroso (HClO), che ha riconosciute proprietà antimicrobiche e antivirali a largo spettro.
Se confermate, le implicazioni di questo trial clinico potrebbero essere rilevanti in un’ottica di sanità pubblica. Un trattamento semplice e innocuo come la soluzione salina ipertonica può infatti aiutarci ad eliminare prima il virus SARS-CoV-2 dalle nostre prime vie aeree, contribuendo così alla prevenzione e controllo dell’infezione sia nella comunità che in ambiente di lavoro.