“Il sistema sanitario regionale ha retto bene all’impatto della pandemia sulla diagnosi – a iniziare dagli screening – e cura delle malattie oncologiche”. Lo ha affermato il vicegovernatore con delega alla Salute Riccardo Riccardi, intervenuto oggi in III Commissione del Consiglio regionale.
“Pur davanti allo tsunami Covid – ha reso noto Riccardi -, se guardiamo agli interventi per patologie oncologiche in Friuli Venezia Giulia, ne sono stati totalizzati nel 2020 8.078, a fronte dei 9.015 del 2019, e nel 2021, con dati ancora da completare, se ne contano 8.071. Questo significa che l’attività operatoria non si è fermata e il suo rallentamento è stato contenuto, con performance non paragonabili a diverse altre regioni”.
“Nel 2022 – ha rilevato il vicegovernatore – si procederà anche alla formalizzazione completa del Piano di rete oncologica a cura di Arcs, Piano le cui linee di gestione sono già fissate. Anche il triage telefonico per le prestazioni ambulatoriali in regime di televisita oncologica, va detto, era già stato definito nei suoi standard con indicazioni fornite alle Direzioni ad aprile del 2020 e il tema viene costantemente monitorato”.
Riccardi si è soffermato quindi sulla situazione della Destra Tagliamento. “All’ospedale di Pordenone – ha detto il vicegovernatore – l’oncologia medica, che da gennaio sta gradualmente riprendendo le attività, continuerà a essere assicurata. Il temporaneo trasferimento al Cro di Aviano – ha ricordato Riccardi – si era reso necessario marzo 2020 a causa dell’impossibilità di garantire gli stessi standard di sicurezza possibili al Cro, che invece è stato da subito messo in sicurezza come struttura Covid free. Il trasferimento, peraltro, non aveva riguardato la radioterapia, la cui attività era potuta proseguire a Pordenone con personale Cro grazie ai sufficienti requisiti di sicurezza”.
Più in dettaglio, il vicegovernatore ha evidenziato che “dallo scorso gennaio è gradualmente ripresa al Santa Maria degli Angeli l’attività di somministrazione delle terapie oncologiche, pur con alcune criticità organizzative che riguardano le modalità di svolgimento prelievi ematici e dei tamponi per Sars CoV2 e gli orari ridotti di apertura servizio di Farmacia ai fini della distribuzione diretta dei farmaci”.
Infine, Riccardi ha indicato le prospettive della somministrazione dei farmaci antiblastici: “La chemioterapia attualmente non è possibile al Santa Maria degli Angeli per ragioni di spazi e di sicurezza, ma il nuovo ospedale di Pordenone sarà dotato di spazi adeguati e funzionali per l’attività di oncologia medica del Cro nel suo insieme e in integrazione con l’Azienda sanitaria Friuli Occidentale. A tale fine – ha concluso il vicegovernatore – le direzioni sanitarie dei due Enti sono state incaricate di definire dei protocolli condivisi sulle attività”.
“Quale futuro per l’oncologia a Pordenone?” Lo domandava alla Giunta Fedriga il consigliere regionale del Patto per l’Autonomia Giampaolo Bidoli in un’interrogazione depositata a novembre dello scorso anno con la quale chiedeva chiarezza sulla programmazione regionale a breve termine relativa al servizio di oncologia dell’Ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone e sul rapporto futuro che verrà a stabilirsi tra la struttura ospedaliera e il Centro di riferimento oncologico di Aviano. All’interrogazione è stata data risposta da parte dell’Assessore alla salute durante la III Commissione consiliare di oggi.
“All’ospedale di Pordenone – hub di primo livello – era attivo il servizio di oncologia, che, con la pandemia, nel marzo del 2020, è stato sospeso con la concentrazione di tutte le attività presso il Cro di Aviano, in modo da ridurre la circolazione degli operatori sanitari e accogliere i pazienti oncologici all’interno di un perimetro dedicato in grado di massimizzare la sicurezza. Da ottobre 2020 sono riprese a Pordenone soltanto le attività ambulatoriali, così per una parte dei servizi i malati devono continuare a recarsi ad Aviano”, evidenzia Bidoli sottolineando che, pur essendo passati diversi mesi, non c’è stato un intervento chiarificatore da parte della Regione sul futuro della realtà oncologica pordenonese, anche a fronte di molteplici preoccupazioni espresse da operatori sanitari, famiglie, pazienti e associazioni, anche a mezzo stampa, disattendendo alla garanzia di poter disporre di prestazioni sanitarie di prossimità, come tra l’altro avviene nelle altre due aziende sanitarie.
“L’Assessore – conclude il consigliere del Patto per l’Autonomia – ha dichiarato che il potenziamento delle attività oncologiche al Santa Maria degli Angeli è legato all’ultimazione del nuovo ospedale, parliamo quindi di un orizzonte temporale di circa un anno e mezzo, se tutto andrà bene. A quei malati che segnalano ore di attesa per visite e trattamenti medici servono però risposte certe e in tempi brevi”.
“È indispensabile potenziare i collegamenti tra i professionisti e anche tra i setting assistenziali, al fine di mettere a sistema e di ottimizzare l’impegno e gli sforzi che, ogni giorno, fanno i malati di tumore insieme a medici, infermieri, psicologi e tutti gli operatori. Questo si può ottenere anche attraverso l’attivazione della Rete Oncologica Regionale (Ror), che collega i percorsi tra gli ospedali e tra ospedale e distretto per le cure domiciliari”. Lo auspica in una nota la consigliera regionale Simona Liguori (Cittadini), ricordando che “già nel 2021, sulla base delle criticità segnalate nel rapporto Agenas sulla Ror del Friuli Venezia Giulia, avevamo chiesto alla Giunta di attivarsi, affinché chi la gestisce, l’Azienda regionale di coordinamento per la salute (Arcs), formalizzasse un adeguato piano economico-finanziario in grado di assicurare l’operatività e l’efficienza di una Rete fondamentale per i professionisti e per i malati di tumore”.
L’esponente civica si esprime a margine della seduta della III Commissione permanente, menzionando anche “la mozione presentata nel luglio 2021 con l’obiettivo di impegnare la Regione a investire sulla Rete oncologica regionale per permettere la sostenibilità delle strategie di continuità operative”.
“La legislatura sta per finire – conclude Liguori – e siamo qui, purtroppo, a segnalare che la Ror non è ancora attiva”.
“Le mancanze descritte nel rapporto dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (AGENAS) sullo stato di attuazione della Rete oncologica non sono soltanto una questione formale, come prova a far credere Riccardi, hanno pesanti ricadute a livello operativo”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Andrea Ussai, dopo la risposta dell’assessore alla Salute a una sua interrogazione in materia. “Nel documento di AGENAS, il Friuli Venezia Giulia appare in evidente ritardo nella realizzazione della Rete oncologica, risultando tra le regioni peggiori in Italia, assieme Molise e Basilicata – rimarca Ussai -. Le criticità segnalate nel rapporto riguardano, in particolare, la razionalizzazione delle risorse, la centralizzazione delle prestazioni di alta specializzazione, lo sviluppo di un database e di un piano economico finanziario per garantire equamente sul territorio gli standard dei piani diagnostico – terapeutici e il coordinamento dei professionisti all’interno della rete, nonché il contatto con il terzo settore e un call center unico rivolto alla popolazione”.
“Rispetto alla sezione Covid, AGENAS sottolinea come non sia stato definito un piano per la gestione del paziente oncologici durante la fase epidemica e post epidemica; mancano indicazioni per le procedure per la programmazione degli accessi, oltre a filtri e setting per il trattamento – continua l’esponente M5S –. Sono inoltre assenti le indicazioni per la gestione di coloro che necessitano di cure palliative e di pazienti oncologici positivi al Covid”.
“Abbiamo ricevuto numerose segnalazioni di difficoltà nella presa in carico di pazienti oncologici in periodo Covid – aggiunge Ussai -. Una situazione che si poteva anche comprendere durante la prima ondata, anche se la nostra regione è stata tra le meno colpite in quei mesi, non nelle ondate successive”.
“Lo scorso dicembre, l’assessore Riccardi ha assicurato che in tempi brevi verrà formalizzata l’operatività della Rete oncologica regionale – conclude il consigliere pentastellato -. Ci auguriamo che si faccia presto e che il 2022 sia l’anno in cui si potrà finalmente colmare il pesante gap accumulato dalla nostra regione”.