Il 20 novembre 2020 il giudice del lavoro del tribunale di Pordenone ha rigettato l’opposizione del Cro di Aviano al decreto ingiuntivo inerente alla causa sull’orario di lavoro avviata dal Nursind.
Tre anni fa, il giudice aveva dato ragione al Nursind e agli infermieri sul regolamento dell’orario di lavoro, ma l’istituto oncologico non ha ottemperato in maniera puntuale alla sentenza del 13 aprile 2017. Ha continuato infatti a mettere in atto la decurtazione giornaliera di trenta minuti per la pausa, anche se quest’ultima viene effettuata in misura inferiore o addirittura non viene proprio effettuata, nonché a decurtare i primi dieci minuti di straordinario.
“Abbiamo quindi promosso procedure di ingiunzione per la mancata applicazione della sentenza e il giudice del lavoro ha ingiunto al Cro il pagamento delle ore ingiustamente decurtate sino a dicembre 2017, pari a 70 mila euro – ricorda il segretario provinciale del Nursind Gianluca Altavilla -. Il Cro ha proposto opposizione ai decreti ingiuntivi e chiesto la sospensiva dei pagamenti, ma nell’udienza del 18 ottobre 2018 il giudice ha ribadito l’indiscutibilità delle somme dovute pregresse e future, rigettando la sospensiva. Per le somme dovute da gennaio 2018 ha invitato le parti a una conciliazione”.
Il 17 dicembre 2018 si è arrivati a un accordo preliminare con le forze sociali, in cui si sono accolti parzialmente i dettami della sentenza, in base alla quale, a far data dal primo gennaio 2019, veniva rimodulata la fruizione della pausa. Tra l’altro anche dopo l’accordo di dicembre 2019 sono rimaste le stesse regole per il personale amministrativo.
“Il Cro ha provveduto alla rimozione della decurtazione dei primi dieci minuti di lavoro e successivi al tempo ordinario e dei trenta minuti della pausa per i diurnisti. Non ha applicato invece in toto la sentenza per quanto attiene al personale turnista: permane una decurtazione di dieci minuti – spiega Altavilla -. Il giudice più volte ha invitato il Cro nelle udienze a trovare una conciliazione. Noi abbiamo chiesto una cessazione della lite. L’istituto persevera nel voler ignorare la decisione dichiarativa dell’illegittimità delle clausole regolamentari”.
“Auspichiamo che non vi sia un ulteriore ricorso: siamo dinanzi all’ennesima causa persa dal Cro – conclude Altavilla -. Un nuovo ricorso rappresenterebbe uno spreco di denaro pubblico, oltre che il mancato rispetto di giustizia e lavoratori. La soluzione c’è: un tavolo di confronto per un nuovo regolamento sull’orario di lavoro”.