La prevenzione delle malattie infettive attraverso l’immunoprofilassi, nel corso degli anni, ha permesso di debellare il vaiolo e di ridurre notevolmente l’incidenza di tetano, poliomielite, difterite e altre malattie virali (come l’epatite B, il morbillo, la rosolia o la parotite) e batteriche (come la meningite). Paradossalmente, però, le vaccinazioni sono spesso ‘vittime’ del loro successo: non essendo più ‘visibili’ le patologie incriminate, è diminuita la percezione della loro importanza, mentre, soprattutto in Rete, si diffondo messaggi allarmanti e privi di fondamento scientifico sull’utilizzo dei vaccini.
Nell’immaginario collettivo, poi, è ancora fortemente radicata l’idea che l’immunizzazione sia un ‘gioco da bambini’. Per capire meglio l’importanza delle vaccinazioni anche da adulti, abbiamo chiesto aiuto alla dottoressa Linda Gallo, medico del Dipartimento di prevenzione dell’Ass 4 Medio Friuli – servizio profilassi malattie infettive.
“Partiamo da un dato: lo scenario epidemiologico, negli ultimi anni, è completamente cambiato rispetto al passato. Quindi, accanto all’importanza di mantenere alta la guardia sui più piccoli, si registra una crescente necessità di ‘fare presa’ anche su adulti e anziani. Questo perché l’aumento della speranza di vita, anche in presenza di patologie croniche o gravi, espone una fetta crescente di popolazione a rischio di infezione e, di conseguenza, a gravi complicanze nella terapia di determinate malattie. Non dimentichiamo, poi, che le ricerche hanno dimostrato una diminuzione dell’efficacia degli anticorpi man mano che l’età avanza, come ad esempio nel caso della pertosse”, spiega la dottoressa.
Le raccomandazioni
“Esistono diverse tipologie di vaccini a disposizione. Una ‘categoria’ importante riguarda la prevenzione dell’influenza, raccomandata per tutti gli ultra-65enni, anche sani, per gli adulti che presentano disturbi cronici (come, ad esempio, diabete, immunodepressioni, tumori o malattie a carico dell’apparato respiratorio, cardiocircolatorio e renale) e per gli operatori socio-sanitari. Spesso, all’anti-influenzale si associa anche la profilassi per lo pneumococco e il meningococco (rivolto, in particolare, a chi ha perso la funzionalità della milza). Non va dimenticata, poi, l’anti-tetanica: malgrado le vaccinazioni di massa, esistono ancora fasce di popolazione (in particolare le donne più anziane) che non sono coperte perché non hanno mai fatto il vaccino. Motivo per cui, in Italia, ogni anno si registra quasi un centinaio di casi di tetano. E’ bene ricordare che il richiamo dovrebbero essere ripetuto ogni 10 anni, ma il nostro corpo conserva memoria degli anticorpi anche per 20-30 anni”.
“Caldamente consigliate, poi, sono le vaccinazioni per alcune malattie infettive, come la varicella e la rosolia (specie nelle donne in età fertile, ma per quanto riguarda la varicella anche per chi presenta malattie croniche), il morbillo, la parotite e l’epatite B, che vede immunizzata solo una fascia di giovani adulti (l’obbligo è stato introdotto nel 1991, ndr)”, continua Gallo. “Infine, non vanno trascurate le profilassi in caso di viaggi o spostamenti all’estero per lavoro. In questo caso, con un po’ di anticipo rispetto alla partenza, è bene informarsi sulle vaccinazioni raccomandate in base alla zona di soggiorno”.