Non sono ancora partiti i test sierologici per le scuole che, da oggi al 7 settembre, dovrebbero offrire un quadro sullo stato di salute del personale in vista della ripartenza delle lezioni in classe.
Lo screenig, disposto dal Ministero della Salute e coordinato dalle Aziende sanitarie, è rivolto, su base volontaria, a personale docente e non di tutte le scuole pubbliche e private di ogni ordine e grado. In Friuli Venezia Giulia il controllo dovrebbe interessare 16.500 insegnati, oltre al personale Ata e agli operatori che curano i servizi educativi fino ai 6 anni.
La Regione ha a disposizione 24.300 test rapidi pungi-dito, ma si sta ancora definendo l’organizzazione, in base al numero di medici di base che hanno aderito, comunicando la propria disponibilità tra giovedì e venerdì. Solo a quel punto, saranno stabilite le modalità di esecuzione dei test, ovvero se ci si rivolgerà direttamente al proprio medico di base o al Dipartimento di prevenzione.
L’ordine dei medici di Udine ha dato la massima disponibilità a collaborare all’iniziativa di screening, ma attende ancora le istruzioni e i materiali (reagenti e Dpi) per attivare la campagna.
“Il quadro generale richiede prudenza e, soprattutto, massima attenzione ai comportamenti responsabili che, purtroppo, in queste settimane sono andati scemando, esponendo l’Italia e il nostro territorio alla preoccupante ripresa dei contagi, come evidenziano i numeri. La soglia d’attenzione – costatano dall’Ordine dei Medici di Udine il presidente Maurizio Rocco e il suo vice Gian Luigi Tiberio – si è pericolosamente abbassata con le conseguenze a cui stiamo assistendo: l’età media si è abbassata attorno ai trent’anni, molti contagi sono dovuti al rientro dalle ferie all’estero o in Italia a seguito di atteggiamenti errati”.
L’Ordine dei medici si rivolge alla popolazione affinché tutti continuino ad osservare le regole d’oro che in molti hanno ignorato e si ritrovi il senso di responsabilità: distanziamento di sicurezza, uso costante della mascherina, igienizzazione delle mani, no a movide e assembramenti incontrollati, luoghi prediletti, anche se all’aperto, per circolazione e ripresa del virus.
L’Ordine invia anche un segnale di allerta sociale sul rischio di ridimensionare o addirittura negare la portata del virus: il negazionismo e il complottismo sono figli dell’ignoranza e di chi si comporta come se il virus non esistesse. “Anche queste persone sono veicolo del virus in quanto non aderiscono ai comportamenti di prudenza, responsabilità e rispetto verso il prossimo”.