In attesa che la legge sui cargiver faccia il suo passaggio, l’8 febbraio, in III Commissione regionale, prima di sbarcare in Aula per l’approvazione definitiva, Associazione de Banfield e Fnp Cisl Fvg stanno studiando i bisogni e le difficoltà di chi già si sta prendendo cura dei propri familiari con malattia cronica o disabilità.
In una regione che resta tra le più anziane d’Italia, con 82mila over 65 non autosufficienti o a rischio elevato (rispettivamente circa 37mila e 44mila persone) e stime che ci dicono che tra meno di vent’anni, nel 2050, gli ultrassessantacinquenni saranno il 35% della popolazione, parlare di caregiver diventa una necessità.
“Sono – chiarisce subito per la Fnp Cisl Fvg, il segretario Renato Pizzolitto – sempre più le famiglie con non autosufficienti a carico, che hanno bisogno di aiuto, quando scelgono il percorso della domiciliarizzazione del proprio caro. Una strada che, secondo noi, va incentivata, ma che deve andare di pari passo con la valorizzazione dei caregiver, di tutte quelle figure, cioè, che si prendono cura delle persone più fragili”.
Di qui l’idea di utilizzare anche il tempo dell’iter legislativo per avvantaggiarsi e andare a cogliere i bisogni e le difficoltà di chi già presta assistenza continuativa. A “studiare” un mondo che cura ma che ha bisogno a sua volta di essere curato e sostenuto, è un questionario elaborato dalla Fondazione de Banfield di Trieste e che vede la collaborazione proprio della Fnp Cisl.
“L’obiettivo di questa iniziativa – spiega ancora Pizzolitto – è quella di avere un quadro preciso dei bisogni e dei vissuti di chi svolge il compito di caregiver e fare in modo che questa figura venga pienamente riconosciuta ed inserita nel contesto socio-sanitario e assistenziale”.
Un riconoscimento che potrebbe, ad esempio, tradursi nella modulazione di orari di lavoro, e di miglioramento della qualità della vita e della resa lavorativa. Per questo, a titolo esemplificativo, il questionario, elaborato da una squadra di esperti e sostenuto dai Pensionati della Cisl Fvg, punta non solo a raccogliere informazioni sugli assistiti, ma soprattutto a conoscere quanto occuparsi di una persona di stato di fragilità possa condizionare la propria vita, in termini lavorativi, economici, di relazioni interpersonali e di sentimenti.
Molto spesso, infatti, accade che il caregiver sia costretto a sacrificare, quando non a compromettere, il proprio lavoro principale e reddito per prendersi cura di un familiare o veda contrarsi gli spazi personali con incidenza negativa sul proprio benessere e umore.
“Auspichiamo che la legge che a breve andrà in approvazione, tenga conto di tutto questo, fornendo il quadro legislativo indispensabile per riconoscere in termini compiuti chi si occupa delle persone non autosufficienti: questo attraverso contributi economici strutturali e congrui, piani di formazione che rilasciano crediti, pacchetti di assicurazione a copertura della responsabilità civile, contrattazione di orari di lavoro in chiave di conciliazione”, conclude Pizzolitto.