La popolazione che invecchia, i tassi di natalità che calano e il netto incremento dell’aspettativa di vita nei Paesi occidentali, anche per i cosiddetti anziani (a 70 anni l’aspettativa di vita può essere di oltre 20 anni) sono le tre grandi variabili che stanno contribuendo a ridisegnare il panorama demografico. L’Italia è il Paese più longevo d’Europa. E, insieme alla Francia, detiene il record di ultracentenari.
All’1 gennaio 2019, secondo l’Istat, erano 14.456 le persone ad aver spento cento candeline. Nel 2009 erano 11mila. Tra i centenari, ben 1.112 hanno raggiunto e superato i 105 anni di età. L’87% è di sesso femminile. La quota maggiore è residente nel Nord Italia e la regione con il rapporto più alto tra Over 105 sul totale è la Liguria, seguita da Friuli Venezia Giulia e Molise.
Ma com’è la qualità di vita di questi ultracentenari? Spesso scarsa. Oggi il 90% delle malattie sono legate ai processi degenerativi dell’invecchiamento. Queste comprendono malattie cardiovascolari, la maggior parte dei tumori, il diabete, l’ipertensione, l’osteoporosi, le malattie autoimmuni e le clemenze. Rallentare l’invecchiamento per un medico significa soprattutto migliorare la qualità della vita dei pazienti, anticipandone le patologie e diminuendo il costo delle cure. Non è un fatale declino psicofisico, un inarrestabile rotolare verso il basso: la nostra carta d’identità riporta un numero, l’età anagrafica, ma quello che conta è l’effettiva età biologica.
La medicina anti-invecchiamento è prima di tutto preventiva; scientifica e innovativa, sfrutta tutte le nuove conoscenze in campo genetico, genomico, farmacologico, bio-tecnologico. E’ personale e personalizzata: grazie ai test genetici, può predire lo sviluppo di un processo patologico ed è capace d’intervenire direttamente sui meccanismi di rigenerazione cellulare. Alla Clinica Tirelli Medical Group è stato attivato il dipartimento di Medicina anti-invecchiamento per una valutazione funzionale del paziente e il suo trattamento. Si parte dallo studio della bilancia ossidativa che ha lo scopo di valutare il rapporto tra produzione di radicali liberi e antiossidanti. La rottura di questo equilibrio si definisce stress ossidativo e provoca l’insorgenza di lesioni cellulari che, se gravi e protratte nel tempo, conducono a un’accelerazione del processo d’invecchiamento e all’insorgenza di numerose patologie. A questo si aggiungono i test genetici per la valutazione di processi di invecchiamento quali la glicazione, l’infiammazione, il brain aging e gli indici di endocrinoscenescenza. Infine, lo studio della flora batterica intestinale (microbiota) e degli squilibri a essa correlati tramite test specifici chiudono l’inquadramento del paziente. Terminato il check up, secondo il metodo realizzato dall’Associazione Medici Italiani Anti-aging, è disponibile una terapia ad hoc sulle eventuali alterazioni. In conclusione, s’invecchia sempre di più con un notevole numero di ultracentenari ma è molto importante la qualità dell’invecchiamento e il trattamento preventivo può essere molto utile per diminuire le patologie che si associano all’invecchiamento e soprattutto migliorare la qualità di vita della nostra popolazione.
Si vive più a lungo, ma conta la qualità
Rallentare i processi degenerativi significa anticipare le patologie, diminuendo anche il costo delle cure
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