“In tutta la fase di emergenza coronavirus e in quella successiva, il sistema sanitario ha fatto un grande sforzo che in termini generali ha funzionato. Tuttavia, ci sono state alcune ombre ed evidenti disparità territoriali con il pordenonese, dove risiede il 25,7 per cento della popolazione, che si conferma fanalino di coda per il numero di tamponi eseguiti, il 13,9 per cento del totale”. A dirlo è il consigliere regionale del Pd, Nicola Conficoni, a margine della risposta dell’assessore alla Salute, Riccardo Riccardi, oggi in terza commissione, all’interrogazione con la quale l’esponente dem chiedeva alla Giunta regionale di fare chiarezza sulla “Capacità di esecuzione dei tamponi nei diversi territori della regione”.
“I tamponi restano uno dei mezzi efficaci per contenere l’emergenza sanitaria. Tuttavia risulta che ci siano diverse richieste rimaste inevase, soprattutto per quanto riguarda una parte di operatori non sanitari che lavorano nelle case di riposo della provincia di Pordenone. Un fatto che è stato oggi portato all’attenzione dell’assessore, invitato a riconsiderare un suo intervento affinché si risolva anche questa criticità”. E ancora, continua Conficoni, “nonostante l’aumento della media dei tamponi eseguiti giornalmente (circa 2.500), siamo ancora sotto la capacità media annunciata dallo stesso Riccardi, ossia 4mila tamponi al giorno”.
Per quanto riguarda invece lo stato dei servizi nella fase di ripresa della normale attività, Conficoni ha sottolineato in commissione la “necessità di promuovere con forza il piano di recupero delle prestazioni sanitarie arretrate. Prendiamo atto che dopo l’hospice di San Vito anche il punto di primo intervento di Maniago ha finalmente ripreso l’attività. Una vittoria del territorio comunque preoccupato per l’esternalizzazione del servizio. Stando a quanto annunciato la chirurgia di Spilimbergo riprenderà a breve la piena operatività, mentre i laboratori di oncologia spostati dal Santa Maria degli Angeli al Cro di Aviano, ritorneranno a Pordenone. Restano da risolvere le questioni aperte a Sacile, dove oltre all’auto medica ancora da ripristinare, si è aperta la questione del reparto covid che ha tolto posti letto all’Rsa”.