“Sono gravissime le notizie che provengono dall’Ospedale di Udine”, scrive in una nota il consigliere regionale Furio Honsell (Open Sinistra Fvg). “Com’è possibile che ci si trovi così impreparati, con mancanza di personale e turni insostenibili anche nella terza ondata di contagi? Ma proprio non si è imparato dall’esperienza di ben due volte! Inoltre, viviamo il colpevole paradosso che la zona rossa scatterà solamente lunedì, in modo da favorire i contagi nel weekend. Siamo nell’ennesima emergenza”.
“Ripetiamo quindi quanto già detto moltissime volte in passato. Bisogna potenziare la sanità territoriale, le unità domiciliari e le cure domiciliari prima che sia necessario il ricovero. Ma a questo fine il distretto deve essere guidato da esperti di igiene non di bilanci finanziari come è avvenuto. Occorre impiegare tutto il personale disponibile da tutte le strutture, compresi i volontari ex infermieri e medici che si sono resi disponibili, organizzandi gli affiancamenti necessari. Basta risparmi sul costo del personale”, conclude Honsell.
“Era purtroppo prevedibile questa ondata e l’aumento dei casi era visibile a chiunque non si tappi gli occhi per appartenenza politica. Di fronte alla durissima emergenza che colpisce nuovamente l’ospedale di Udine e non solo si risponderà ancora che il Pd strumentalizza? si metteranno in evidenza ancora una volta solo i numeri “comodi”? Si vuole continuare a dire che va tutto bene? O finalmente si riconosceranno ed affronteranno i problemi ?”. Lo afferma il segretario regionale Pd Fvg Cristiano Shaurli, in merito allo stress eccezionale cui è sottoposto l’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine, dopo che i sindacati hanno denunciato il saturamento dell’area di emergenza, delle terapie intensive e subintensive, che hanno imposto l’utilizzo di open space, ex sale operatorie, corridoi e ambulatori del Pronto soccorso.
Per Shaurli “è gravissimo che i ripetuti allarmi dei sindacati siano rimasti inascoltati, con queste conseguenze per i nostri cittadini, che dovevano essere evitate. Non ci interessa attaccare o fare polemiche, ci interessa invece che si stia facendo tutto ciò che serve per i cittadini della Regione e per gli operatori della nostra sanità pubblica. Ogni giorno continuiamo a ricevere segnalazioni dai cittadini e dal personale di difficoltà nei nostri ospedali, di un tracciamento nuovamente in difficoltà e allo stesso tempo – conclude – abbiamo in alcuni territori un aumento dei casi fra i peggiori in Italia”.
“Nonostante la Regione Fvg abbia ricevuto un finanziamento statale di oltre 2milioni volto rimborsare i professionisti sanitari per la somministrazione dei vaccini anti covid, la situazione all’ospedale di Udine è al collasso, completamente sfuggita di mano ai timonieri dell’emergenza covid. Il personale è allo stremo e accanto alle dimissioni di sei infermieri, ora arriveranno anche quelle di alcuni medici. Tutti lasciati soli ad affrontare un’emergenza senza uguali, dopo un anno di pandemia non è cambiato nulla e l’organizzazione fa acqua da tutte le parti”. Lo afferma la consigliera regionale del Pd, Mariagrazia Santoro, componente della commissione Salute, commentando la situazione dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine.
“Fedriga e Riccardi la smettano di sentirsi attaccati o criticati, non ci interessa fare polemica ma vedere risolti problemi che si trascinano da troppo tempo: a rimetterci sono i malati e chi ogni giorno fa di tutto per curarli”. Secondo Santoro, “a fronte di questa situazione si chieda il supporto dell’esercito, altrimenti non rimarrà gente a sufficienza in ospedale”.
Accanto a questa situazione, continua la consigliera dem, “il duo Fedriga-Riccardi ci spieghi che fine hanno fatto i due milioni di euro stanziati dallo Stato, come risorse aggiuntive regionali, per affrontare l’emergenza vaccinale e perché nelle altre aziende, Asfo e Asugi sono previste per gli infermieri le prestazioni aggiuntive?”.
“La situazione al Pronto soccorso di Udine è estremamente preoccupante. Purtroppo, però, non è l’unica emersa nella nostra regione”. Lo affermano in una nota i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, commentando “la realtà critica che emerge nelle strutture sanitarie del Friuli Venezia Giulia”.
“Con la carenza di personale già presente, è molto grave sapere di infermieri che si licenziano in quanto esausti per una situazione che stanno vivendo ormai da più di un anno. Il tutto – rimarcano gli esponenti pentastellati – aggravato dal fatto che non ci sono le risorse per pagare gli straordinari del 2020, nonostante le nostre richieste avanzate in dicembre per valutare il fabbisogno e aumentare lo stanziamento a questo scopo. Senza contare che viene chiesto a questi operatori anche di fare i vaccini, come volontari fuori orario di servizio”.
“Udine è solo la punta dell’iceberg, ma altre realtà come Gorizia, Monfalcone o Palmanova sono sotto pressione con tempi di attesa per i codici gialli che, nel migliore dei casi, superano la mezzora. Il rischio – concludono i rappresentanti del M5S – è che, a causa dell’alto numero di accessi, questi Pronto soccorso siano occupati interamente da pazienti Covid positivi, con una carenza di spazi e la difficoltà nel prendere a carico gli utenti non Covid, come capitato oggi proprio a Monfalcone”.
Anche Sinistra Italiana Fvg esprime “grande preoccupazione per la situazione della sanità regionale a seguito della lettera intersindacale scritta da medici, OSS e dirigenti ospedalieri di Udine e Palmanova al Prefetto di Udine per denunciare la situazione di collasso dei due nosocomi. Il rischio di non poter garantire le cure ai malati gravi, denunciato nella lettera, è inaccettabile. La Regione intervenga subito rispondendo alle richieste di chiudere tutte le attività differibili per recuperare risorse umane e strutturali per l’emergenza Covid. Venga garantita la collaborazione delle Aziende e delle strutture sanitarie della regione. Non è accettabile che sei infermieri dell’ospedale di Udine si licenzino perché esausti dalla fatica immane di curare decine e decine di pazienti durante questa terza ondata”.
“L’Assessore Riccardi deve rispondere della mancata organizzazione territoriale della sanità. I dipartimenti di cure primarie sono perennemente sotto organico, manca totalmente una regia che metta in continuità i medici di medicina generale con le Usca e i distretti socio sanitari. Le strutture convenzionate, seppur irrorate di risorse pubbliche, mettono a disposizione un numero insufficiente di risorse strutturali e personale”, prosegue la nota di Sinistra Italiana Fvg.
“Se da un lato è innegabile che anni di disinteresse e tagli alla sanità perdurano da un tempo precedente a quello del governo regionale di centrodestra, è però vero anche che a tre anni dalle elezioni mancano ancora i piani aziendali e la responsabilità è tutta di Riccardi. Così come è insufficiente il piano di assunzioni”. Come ricorda Serena Pellegrino “Fedriga e Riccardi hanno osteggiato, raccolto firme, chiesto referendum e vinto le elezioni promettendo la cancellazione della riforma Telesca. La risposta è stata il raddoppio del privato confermando la chiusura degli ospedali”.
“Il sistema non ha garantito un numero di personale sanitario sufficiente alla quotidianità in tempi normali e la la crisi pandemica ha solo che evidenziato queste gravi lacune. Inoltre ci si augurava che il tracciamento fosse garantito durante questa terza ondata, purtroppo non è stato così, anche di questo deve rispondere la regione. La Giunta regionale si sta dimostrando inadeguata nella gestione dell’emergenza: Fedriga il 26 ottobre 2020 scendeva in strada con Di Piazza e migliaia di persone a chiedere riaperture, a Pordenone faceva lo stesso Ciriani, mettendo in pericolo centinaia di cittadini. Il 12 febbraio 2021 Fedriga chiedeva a gran voce di riaprire i ristoranti la sera. Il fallimento di questa classe dirigente di Destra è sotto gli occhi di tutti, la segreteria regionale di Sinistra Italiana lavora alla creazione di una alternativa allo stato di cose presenti che metta al primo posto salute, lavoro, istruzione e ecologia”, conclude Pellegrino.