L’allungamento della vita media e i modificati stili di vita, come poco movimento, sovrappeso, presenza di diabete. hanno portato negli ultimi anni ad un progressivo aumento dell’incidenza delle ulcere degli arti inferiori. Le ulcere degli arti inferiori sono una patologia invalidante, che colpisce circa l’1% della popolazione adulta, prediligendo il sesso femminile con un rapporto di 3 a 1. Sono rare al di sotto dei 40 anni, ma la loro incidenza aumenta progressivamente con l’età, raggiungendo il picco massimo fra i 70 ed i 79 anni.
La causa più frequente della loro insorgenza è l’insufficienza venosa cronica. Si calcola che in Europa, il 35% della popolazione attiva e più del 50% della popolazione in età pensionabile soffra di malattia venosa. Se non trattate in maniera adeguata, le ulcere guariscono in tempi lunghi, impegnando ingenti risorse economiche e professionali. La loro morbilità infatti, comporta ai Servizi Sanitari molti problemi organizzativi, sociali, assistenziali ed economici, perché le ulcere si associano a dolore, talora anche intenso, difficoltà a svolgere le normali funzioni quotidiane, come prendersi cura di sé, limitazioni alla vita sociale e di relazione. Da queste premesse, seguendo l’esperienza positiva ormai pluriennale sviluppata in alcuni Paesi europei, Inghilterra in particolare, è nata l’esigenza all’interno dell’Azienda Sanitaria del Friuli Occidentale, di creare e/o perfezionare un percorso diagnostico, terapeutico e assistenziale rivolto sia agli operatori ma anche e soprattutto ai pazienti ed ai loro familiari, per migliorare la gestione di questa patologia attraverso l’impiego di procedure e protocolli standardizzati e dare visibilità delle risorse già presenti all’interno dell’azienda, percorso fortemente voluto e organizzato dalla dr.ssa Laura Stefanon.
Diagnosi corretta e adeguata medicazione, riducono infatti i tempi di guarigione e anche i costi di gestione della patologia, ma soprattutto permettono al paziente di riappropriarsi della propria vita.
Presso la S.C. di Dermatologia dell’Ospedale di Pordenone, è attivo da anni, l’Ambulatorio di Vulnologia, per la diagnosi e cura delle lesioni ulcerative degli arti inferiori, che ha avuto un ulteriore impulso e implementazione sotto la direzione della dott.ssa Maria Teresa Corradin.
“Mentre una volta i pazienti venivano ricoverati anche per mesi, per arrivare alla guarigione clinica, spiega proprio la Direttrice della Dermatologia di Pordenone, attualmente i pazienti vengono gestiti a domicilio attraverso l’integrazione e il coordinamento tra l’attività ospedaliera e quella territoriale, ricercando la massima appropriatezza nella risoluzione dei casi. Ciò al fine di assegnare le competenze, migliorare la qualità dell’assistenza, e ridurre il più possibile i disagi per i pazienti. Esiste una comunicazione e uno scambio tra Territorio e Ospedale per cercare la soluzione migliore per ogni paziente”.
Grazie all‘utilizzo di specifici presidi sanitari, come le cosiddette medicazioni avanzate, e metodiche di bendaggio elastocompressivo multistrato o all’ossido di zinco, secondo modalità standardizzate, i tempi di guarigione vengono ridotti notevolmente.
La corretta fasciatura, nella gestione delle ulcere degli arti inferiori, è importantissima e in questo è fondamentale il ruolo del personale infermieristico ospedaliero ma anche di quello che lavora nel territorio, che è stato e viene opportunamente formato, con lezioni teoriche e pratiche.
Nel percorso “circolare” e virtuoso, sono stati coinvolti tutti gli operatori competenti dei distretti dell’AAS5, e anche i Medici di Medicina Generale, sono stati sensibilizzati affinché, per i pazienti affetti da ulcere agli arti inferiori, condividano il trattamento di cura, contribuendo a migliorare il servizio all’utenza.
All’attività svolta dall’ambulatorio di Vulnologia della Dermatologia di Pordenone, collabora per il trattamento delle ulcere agli arti inferiori, la Chirurgia di S. Vito al Tagliamento, in primis la dr.ssa Monica Flamia e la Struttura di Infettivologia, in particolare il dr Massimo Crapis, che segue i pazienti candidati alla terapia antibiotica specifica, decisa sulla base di un esame colturale eseguito da biopsia dal letto dell’ulcera. in base alla risposta fornita dall’antibiogramma. Dopo l’esame di laboratorio per la ricerca della sensibilità dei microrganismi ai diversi antibiotici, viene deciso il tipo e la durata della terapia antibiotica, in modo da evitare trattamenti inappropriati che possono poi selezionare germi resistenti ai comuni antibiotici e perciò molto difficili da trattare.
Inoltre per la gestione di alcuni pazienti, soprattutto quelli che presentano ulcere vasculitiche, che si accompagnano a sintomatologia dolorosa intensa, è importante un adeguato supporto farmacologico, che viene fornito dalla Struttura di Terapia del Dolore, diretta dal dott. Yigal Leykin.
L’ambulatorio di Vulnologia è aperto tutti i giorni dalle 8 alle 13 e si avvale della presenza dell’infettivologo due volte al mese, il giovedì mattina.
Dall’attività dell’ambulatorio sono esclusi i pazienti portatori di severe arteriopatie, che hanno indicazioni all’intervento chirurgico e vengono seguiti dalla Struttura di Chirurgia Vascolare, diretta dalla dr.ssa Irene Morelli e i pazienti affetti da piede diabetico che vengono seguiti dall’Ambulatorio per il piede diabetico della Struttura di Diabetologia e coordinato dal Dr Cesare Miranda.
Un altro compito importante per gli operatori sanitari è la prevenzione delle ulcere delle gambe e delle loro recidive. Oltre ad un trattamento efficace della malattia di base, bisogna consigliare al paziente l’adozione di misure preventive, in particolare alle persone ad alto rischio. È importante incoraggiare i pazienti a muoversi il più possibile per stimolare la circolazione sanguigna attraverso il funzionamento della pompa muscolare del polpaccio, anche in presenza di limitazione funzionale dei movimenti della caviglia; stare seduti immobili magari davanti ad una fonte di calore, adesso che l’inverno è alle porte, non compromette solo il ritorno venoso, ma danneggia anche la cute.
Altri importanti fattori di rischio sono il fumo (attivo e passivo), il peso corporeo, che provoca una compressione addominale sulle vene iliache, l’ipertensione arteriosa, il diabete.
Ma la misura profilattica più pratica e adeguata per impedire le recidive di malattia è la contenzione elastica graduata, costituita dall’utilizzo delle bende e delle calze elastiche, che per essere efficaci vanno portate per tutto l’arco del giorno.
Diagnosi precoce, trattamento adeguato, prevenzione sono le tre parole cardine per ogni malattia, e questo vale anche per le lesioni ulcerative degli arti inferiori, che tanta sofferenza possono causare alle persone anziane.
Ulcere degli arti inferiori: a Pordenone incrementata l’attività dell’Ambulatorio di Vulnologia
La causa più frequente della loro insorgenza è l’insufficienza venosa cronica
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