“Ahiu Fami”, ovvero, “Ho Fame” in siciliano, uno spunto per una nuova forma di intrattenimento. Il cibo come punto di incontro delle varie culture e identita italiane, l’argomento che spesso apre le porte per conversazioni con nuove persone, risveglia ricordi e che e spesso oggetto di orgoglio e appartenenza, a volte competizione, esecuzione, improvvisazione e performance. I protagonisti sono lo chef creativo, Carmelo Chiaramonte e Alfio Antico, maestro dei tamburi a cornice e musicista capace di attraversare i diversi stili, dalla tradizione popolare siciliana, alla canzone d’autore, la world music e, ovviamente il jazz.
Jazz che vede giustamente protagonisti musicisti dal sud al nord, fino al nostro Friuli Venezia Giulia grazie all’approto creativo del pianista Giorgio Pacorig, al Fender Rhodes e synth analogico, Amedeo Ronga, da più di 5 anni al fianco di Alfio Antico, al contrabbasso, Piero Bittolo Bon a sax baritono, clarinetto e synth modulari. Ma Friuli Venezia Giulia che ha visto per questo lavoro anche il patrocinio del Comune di Marano Lagunare e la registrazione di tutto il documentario nella locale Vecchia Pescheria. Inoltre se, alla regia, ci sono Enrico Qualizza ed il fotografo Luca d’Agostino, la parte organizzativa è stata anche affidata a Stefano Buian della Slou Società Cooperativa di Muzzana del Turgnano, dove si sono svolte le prove dell’ensemble. Il tutto coordinato dalla Niafunken srl del produttore Govind Khurana.
Sono molti i punti in comune con la musica e con il jazz in particolare, ma in quest’opera, la musica non è un semplice accompagnamento, anzi, i rumori e i suoni della cucina, entrano a fare parte della performance, e il filo conduttore è proprio la preparazione del piatto che dura l’intero spettacolo e le sue varie fasi in un viaggio che attraversa i miti e le leggende del Sud Italia, della Magna Grecia, per poi contaminarsi con il jazz, nelle sue forme più tradizionali e anche sperimentali. Soltanto poi nel finale sarà rivelato questo piatto…
Come il jazz ed il blues delle origini traggono i loro suoni dai ritmi del lavoro quotidiano e della fatica, dai canti di lavoro, anche in questo caso, è stato seguito uno schema narrativo che parte con la chitarra battente di “Supra Mari” a cui si unisce a “Storii di Pisci” scritta da Alfio Antico registrando le grida dei venditori del mercato del pesce di Catania, che si ricollega con la location scelta per le priprese, La Vecchia Pescheria di Marano Lagunare appunto, paese di cultura veneziana situato in una laguna in provincia di Udine, terra di confine. Carmelo Chiaramonte canta poi “L’Autra Sira”, brano dall’atmosfera ironica e conviviale, che lascia il posto a due brani fondamentali nel repertorio di Alfio Antico, “Silenzio D’Amuri”, ballad resa famosa da L’Arpeggiata e “Anima ‘Ngignusa”. Nello spazio del concerto, i rumori della cucina incontrano anche l’elettronica e i synth modulari, con “Nun n’ahiu sonnu”, legata a un inedito, “A Sinapa”, dedicato alla verdura da cui nasce la senape, e che, non tutti sanno, e commestibile e particolarmente pregiata. Un altro inedito, dai toni primitivo-futuristi e che da il titolo al progetto, “Ahiu Fami”, raccontato da Alfio Antico con toni da cantastorie e in cui emerge la sua lunga esperienza teatrale e infine, una suite in tre movimenti che comprende la “Setacciatura dei Ceci”, “Passaverdure” e “Pasta C’A Sarsa”. Arriva quindi il tempo di svelare il piatto, ma lo spettacolo non finisce: Alfio Antico, in solo con tamburo e voce, esegue “Boretto” (ecco nuovamente Marano!) e , “Vendemmia”; brano ipnotico, che rimanda alle feste legate all’agricoltura nel Meridione, con una carica e un’energia trascinanti, che lo rendono contemporaneo, ed idealmente riunisce tutta la nostra penisola.
“Ahiu Fami” è stato selezionato da Ministero degli Esteri tra le oltre 150 proposte inedite di musicisti e artisti di musica jazz e classica contemporanea che da tutta Italia hanno risposto all’iniziativa della Farnesina “Vivere all’italiana in Musica” per sostenere la ripresa e il rilancio delle produzioni musicali italiane sui mercati internazionali dopo lo stop dovuto all’emergenza Covid-19 esattamente come “Planctus Aquileia” del pianista compositore friulano Glauco Venier e sono due dei venti progetti musicali scelti dal Ministero degli esteri come nuovi “portabandiera” della cultura italiana nel mondo.