“Si chiamavano Trio Pakai, ma erano in quattro, come i tre moschettieri”, scrive il mensile ‘Azzurro, orizzonte italo-sudafricano’ nel numero dell’11 novembre del 1984. È l’ensemble più rappresentativo della musica popolare friulana dagli anni Settanta ai Novanta, il primo gruppo emblema di un folk revival che sarà modello per tutti gli altri a venire. La celebre formazione carnica è ora l’oggetto di un libro, il primo, completo sul suo conto, promosso dall’ Associazione Giovins Cjanterins di Cleulas e scritto nell’anno che chiude il cinquantesimo della loro fondazione. S’intitola “Pakai. Il trio che si è fatto in quattro. Storia e aneddoti del mito musicale carnico”, edito da Nota di Valter Colle e scritto dal musicologo e ricercatore, carnico doc, Alessio Screm.
Sarà presentato domenica 19 febbraio alle 16.30 nella Sala San Giacomo a Paluzza, alla presenza dell’autore, dei fondatori viventi del gruppo e di vari ospiti. Non mancherà certamente la musica e quel contagioso spirito d’allegria che ha caratterizzato il loro estro umano e artistico.
Sono loro il Trio: Amato Matiz “Pakai” alla fisarmonica, Genesio Puntel al contrabbasso, Paolo Morocutti alla chitarra e Stefano Paletti alla voce, il quarto dei tre moschettieri entrato nel gruppo nel 1976.
Hanno fatto ballare e sognare centinaia, migliaia di friulani in Friuli e nel mondo. Sono stati leader nelle sagre, nelle feste, nei festival e nei raduni dei fogolârs, stregando tutti con la loro musica, le loro gag, la simpatia. Non si contano i concerti e le apparizioni in tutta la regione, in diverse parti d’Italia, d’Europa, Canada, Stati Uniti e Sudafrica. Il libro racconta la loro storia per filo e per segno, senza mancare di quell’humor che contraddistingue lo spirito della formazione.
“E’ stato un gran divertimento scriverlo”, racconta l’autore Alessio Screm. “La storia e gli aneddoti dei quattro musicanti della Carnia, mattacchioni capaci di far ballare anche gli zoppi, è senza precedenti. Credo di appartenere a quell’ultima generazione di carnici cresciuti a pane, acqua, vino e Pakai, e ancora oggi molti giovani eternano il loro mito suonando la loro musica, me compreso: ‘Valzer popolare’, ‘Fieste’, ‘Cence pinsîrs’, ‘Valzer di Pakai’, ‘Fantastico Gaithal’… potrei andare avanti a lungo perché la loro produzione conta 45 pezzi che sono intramontabili”.
Per scriverlo Screm ha raccolto testimonianze dirette e indirette a mezzo di interviste e corrispondenze, fotografie, lettere, memorie, diplomi, riconoscimenti, attestati, pubblicazioni. Inoltre ha passato in rassegna tutta la loro produzione discografica in vinili da 45 e 33 giri, audiocassette e cd, oltre ad aver fatto spoglio della stampa dell’epoca, regionale ed internazionale.
“Questo perché il Trio Pakai si è esibito toccando diversi continenti, i primi del folk in regione ad intraprendere tournée oltreoceano. La stampa, con diverse uscite a cura dei Fogolârs Furlans e dell’Ente Friuli nel mondo, annunciava la loro presenza con attenzione ed entusiasmo. Inoltre, per scrivere il libro, è stato fondamentale il contatto diretto con Paolo Morocutti e Stefano Paletti, protagonisti e testimoni diretti ancora molto attivi, salutati Amato e Genesio, il primo scomparso nel ’85 e il secondo nel 2016”.
Composto da 33 capitoli dove viene ripercorsa con criterio e metodo la loro storia, oltre a diversi aneddoti e spassosi episodi, focus su tutta la loro produzione discografica e numerose fotografie, il libro si chiude con testimonianze di amici e cultori: Claudio Calandra, Dario Zampa, Massimo De Franceschi, Gli Amici della Fisarmonica del Fvg, Denis Biasin, Sdrindule e Gigi Maieron. Tutte le informazioni e per altre richieste di presentazioni: nota.it.