C’è un pizzico di Friuli – anzi, di regione – anche quest’anno alle Targhe Tenco, il riconoscimento più ambito della canzone d’autore italiana, attribuito da una folta giuria di giornalisti e critici musicali (più di 200).
Cinque le categorie – album assoluto, miglior canzone, album in dialetto, opera prima, album di interprete – di un contest che ha preso il via con la diffusione dei dischi candidati da parte della commissione selezionatrice, che ha analizzato per quasi un anno una mole impressionante di produzioni.
Nel primo turno, che si protrarrà fino all’11 settembre, i giurati possono indicare fino a tre preferenze per ogni categoria. Nel secondo i giurati esprimeranno un solo voto tra i finalisti, ovvero tra i titoli più votati in ogni categoria, in una sorta di ballottaggio. Dal 20 al 22 ottobre la consegna delle Targhe, nella nuova edizione del Premio Tenco al Teatro Ariston di Sanremo.
‘L’alba dei tram – Canzone per Pasolini’, inserita nell’omonimo album del progetto speciale del pianista compositore pordenonese Remo Anzovino, è stata scelta nella categorie delle migliori canzoni italiane. Anzovino ha composto la musica, Giuliano Sangiorgi ha scritto i versi, mentre l’interpretazione è opera di Mauro Ermanno Giovanardi. Il tema di viola, sorretto dal suono dell’Orchestra d’Archi Italiana diretta da Stefano Nanni, è interpretato da Danilo Rossi, prima viola dell’Orchestra de La Scala di Milano.
Nella categoria ‘miglior album’, tra i concorrenti c’è un nome ormai storico della scena non solo regionale, ma nazionale: i Tre Allegri Ragazzi Morti di Davide Toffolo, che con l’ultimo lavoro ‘Inumani’ hanno ampliato il proprio background musicale, producendo anche un singolo di successo con Jovanotti.
La categoria ‘album in dialetto’ (sic!), quella che in passato di ha dato più soddisfazioni, vede in gara i Rêverie, progetto creato dal compositore e chitarrista Valerio Vado allo scopo di ottenere un sound definibile come ‘etno-progressive’, con ‘Gnos furlanis, il Timp dal Sium’.
Al femminile le altre due candidature. Tra le ‘opere prime’ figura ‘Tutto il resto non so dove’ di Chiara Vidonis, cantautrice rock triestina con alle spalle la consueta ‘trafila’ vincente dei festival specializzati nazionali. Come ‘Interprete di canzoni non proprie’ c’è la friulana Elsa Martin, che ha offerto la sua voce alle musiche di Renato Miani e alle poesie di Pierluigi Cappello per ‘Amôrs’.