Dopo la presentazione in anteprima in Vaticano a cardinali e capi di gabinetto di vari ministeri e la proiezione in Senato, esce al cinema, lunedì 15 aprile, ‘Diec, il miracolo di Illegio’, film che racconta come questo piccolo paese di 340 abitanti, incastonato tra le Alpi Carniche, sia finito al centro dell’attenzione internazionale per essere divenuto la più piccola tra le sedi d’arte al mondo, grazie alla mostra che ha portato nel borgo, a partire dal 2004, mille opere di valore e 400mila visitatori.
La regia è di Thomas Turolo, nato a Udine nel 1980. “Il film di Illegio – spiega – è nato due anni fa grazie all’incontro organizzato da Mirco Mastrorosa (direttore del Comitato di San Floriano) con don Angelo Zanello e don Alessio Geretti. In quella occasione sono iniziati i primi contatti anche con gli illegiani. Ho subito capito – riferisce Turolo – che la forza umana del luogo, unita all’intuizione illuminata dei due parroci avevano quel carattere ‘speciale’ da rendere l’insieme un ottimo soggetto”.
Il docufilm si concentra sul lato umano delle vicende e sulla forza vitale che l’arte ha portato in paese. “L’opera di Illegio, come un miracolo – racconta don Geretti – è nata per l’intuizione di una possibile strada spirituale e culturale e con il proposito di essere una missione sociale. La missione prima di tutto è quella di porre un segno di speranza in mezzo alla montagna friulana, idealmente rivolto a tutte le periferie e a tutte le piccole comunità della terra, rincuorandole, nonostante la via del cosiddetto sviluppo, che l’umanità ha imboccato da tempo, spesso calpesti i piccoli ed estenda le zone desertificate, sulla faccia del pianeta come anche dentro l’uomo”.
Il miracolo di Illegio, insomma. Quello al quale nemmeno gli abitanti del borgo credevano. Ben rappresentato nel film anche dallo spaesamento dell’autista del camion partito da Roma che, giunto nel piccolo paese a pochi chilometri da Tolmezzo, è convinto di essersi perso. Invece no. E’ successo. Proprio ad Illegio.