Esponente di punta della generazione ‘di mezzo’ della musica d’autore italiana, quella lontana anagraficamente dalla grande stagione del cantautorato, ma ormai distante anche dal ‘nuovo che avanza’, il quarantenne cosentino Dario Brunori ha scelto un alias ‘commerciale’: Brunori Sas. Uscito a inizio 2017, a tre anni dal precedente ‘Vol. 3 – Il cammino di Santiago in taxi’, il suo quarto album ‘A casa tutto bene’ è stato accolto come uno dei più interessanti dell’ultimo periodo. Per preparare il tour, Brunori ha scelto proprio l’estremo Nordest: Udine, dove venerdì 24 è fissata la prima di una quindicina di date in giro per la Penisola, al Palamostre nell’ambito di ‘Note nuove’.
Anticipato a fine 2016 dal singolo ‘La verità’, l’album racconta con un linguaggio diretto l’Italia di oggi, prendendo in prestito lo stesso linguaggio della società, comprese le espressioni politicamente scorrette. Tema ricorrente: le piccole grandi paure quotidiane di una generazione ‘di mezzo’ spaesata, che non sa allontanarsi dagli antichi maestri (Gaber, De Gregori, Fossati…). E che dietro l’ambizione (“uno dei migliori narratori della nostra generazione” è la definizione che il cantautore dà di sé!) contiene brani semplici e diretti, filtrati attraverso sonorità retrò che rimandano all’immaginario dei ricordi dei 30-40 enni di oggi. Eterni Peter Pan costretti a vivere in una condizione in cui non vogliono e non possono mai crescere.