Per adesso, il record dell’anno sono le 30 mila presenze al ‘Rocco’ di Trieste per i Pearl Jam, e forse verranno superate il 6 settembre, nella stessa location, da Ligabue. Il resto dell’estate 2014, sul versante ‘live’, è andato di pari passo con il meteo: nuvoloso tendente al brutto, con diversi eventi annullati per pioggia e, in genere, un afflusso non pari a qualche anno fa.
MANCA LO STADIO ‘FRIULI’
Non è solo colpa della pioggia: l’intero settore è in crisi da anni in tutta la Penisola (i mega-festival cancellati non si contano), e l’onda lunga è arrivata qui in ritardo. Sì, perché se lo scorso anno l’Italia ha conosciuto un aumento nelle cifre dei concerti di rock, pop e jazz, la nostra regione, dopo le vacche grasse, è andata in controtendenza col segno meno. La colpa? Facile dire ‘la crisi economica’: i conti si devono fare anche con l’assenza di una struttura come lo stadio Friuli, dove dallo storico 1994 dei Pink Floyd si sono contate decine di migliaia di spettatori, coi picchi complessivi del 2009 (per Madonna, Springsteen e Coldplay) e il record assoluto dell’anno dopo per gli Ac/Dc.
SALDO NEGATIVO
La regione non è più nella top ten dei concerti dell’anno in Italia dal 2012 (7° posto coi 37.138 dei Metallica). E se aggiungiamo la scelta di non ospitare più mega-eventi – quelli da 10-15 mila spettatori per i vari Iron Maiden, Radiohead, Rammstein, il Boss… – a Villa Manin, i conti sono presto fatti. Anzi, li fa la Siae, che nell’annuario 2013 sintetizza tutte le informazioni del territorio. E i risultati sono espliciti. Se il numero di concerti organizzati è calato di appena il 6,8%, è nei dati economici che si vede la differenza col passato. Dai quasi 11 milioni di spesa al botteghino (ossia, l’acquisto dei biglietti) si è passati a 4,6: un -57,6% che è pure il saldo negativo della spesa del pubblico (comprensiva di tutti gli ‘extra’, bar compreso) e quello del volume d’affari complessivo (-57,8%). L’unico dato ad aumentare, in maniera sproporzionata, sono le ‘presenze’ ai concerti, cioè gli eventi gratuiti, senza ritorno economico diretto (e siamo a +173%!), mentre i biglietti scendono da 338 mila a 206 mila. E stiamo parlando di un anno, il 2013, molto meno piovoso di quest’estate, che rischia davvero, tra un po’, di portarci altre brutte sorprese.