Pochi giorni fa, in rete è apparso un messaggio disperato (!): “Non ho più soldi per i centri massaggi, aiutatemi. Sono disposto a fare di tutto, anche il cantante”. Una provocazione ironica (speriamo sia chiaro a tutti) lanciata da Ruggero de I Timidi, il cantante confidenziale-demenziale che da anni spopola sul web e sui palchi, alter ego del comico e cantautore udinese Andrea Sambucco.
“Da autore e cantante demenziale uscito da un libro di Freak Antoni – spiega – mi sono chiesto: continuo o mi metto a fare canzoni serie? Nel dubbio, faccio anche altro: vado a vedere l’Udinese per Quelli che il calcio, ed è un’ulteriore sofferenza, anche per gli stadi vuoti. Ho fatto il calendario 2021 di Ruggero e mi sono messo a vendere parrucche, come a loro tempo i Beatles! Sono anche andato in montagna per girare una specie di documentario in stile Ferragni: la storia di Ruggero raccontata sulla neve, tra Shining e Il signore degli anelli…”.
Da quanto è fermo Ruggero?
“In estate abbiamo fatto diverse date, senza band per budget e sicurezza: situazioni da cabaret, più intime, continuate in autunno con questa formula per 100-150 persone. Tutto è finito il 26-27 ottobre, a Pisa, dopo una tre giorni con doppio spettacolo a Roma. Mi rendo conto che c’è di peggio, ma era difficile e alienante fare spettacolo così: ridere con le mascherine è un controsenso”.
Facendo i conti della serva, come è stato economicamente il 2020?
“Rispetto a chi ha avuto tagli del 100%, abbiamo limitato i danni. Le grandi produzioni sono state rimandate al 2022, anche se c’è chi parla di ottobre. Per quanto mi riguarda, credo che qualcosa si sbloccherà in estate, col distanziamento, come l’anno scorso, anche se stavolta saremo più preparati. Siamo riusciti a partire solo a fine agosto-settembre, perché tanti organizzatori non erano pronti e, di fronte alle difficoltà, hanno mollato”.
C’è un ‘piano B’?
“Quello che faccio come Ruggero è entertainment, uno spettacolo musicale e comico di intrattenimento. Anche se nessuno era pronto per una pandemia, avendo un ‘agriturismo dello spettacolo’ con mia moglie Fabiana Bisceglia, siamo sempre pronti a cambiare, spaziando dal teatro al video, al merchandising. Siamo versatili perché è la natura del nostro lavoro e ci siamo riadattati puntando su altre cose, anche se il grosso dei numeri lo fai coi 100 eventi live all’anno”.
Chi segue dal punto di vista burocratico tutta la faccenda?
“Sette anni fa ho fondato una Srls con mia moglie, che mi segue anche sul palco: Produzioni timide. Pensavamo fosse una passeggiata, ma abbiamo scoperto che è complicato, e intanto il tempo passa veloce… quando si pagano gli F24! Ho cercato di far convivere due anime: quella creativa e cialtrona sul palco, quella da ragioniere diplomato allo Zanon, che deve sistemare per bene la ritenuta d’acconto. E’ un lavoro aperto h24, per questo lo chiamiamo ‘il nostro agriturismo’: non c’è vita privata, ma sei libero di gestirti gli spazi. In più, ci ha tutelato in questo momento, permettendoci di accedere a tutti gli strumenti previsti per la categoria”.
E’ se il tempo delle vacche grasse, cioè dei concerti quasi ogni sera, non tornasse più?
“Molti di quelli che lavorano dietro le quinte hanno iniziato a cercare altri lavori o a reinventarsi, perché questa strada per ora è chiusa. Tutta la musica del resto era già incentrata sul live e poco sulla vendita. Per i diritti d’autore siamo alle briciole, ma non mi sto lamentando, perché ci siamo adattati, vendendo per esempio i cd direttamente ai concerti”.
Ruggero sulla rete fa grandi numeri: si riescono a ‘monetizzare’?
“Il grosso arriva ancora dalla Siae, dai passaggi radiofonici e dai live. Dal digitale arriva poco, nonostante il mio canale YouTube abbia 25 milioni di visualizzazioni, di cui 3,5 solo per il brano Timidamente io. Però sono costanti, non legati al periodo, e per un fan che si stufa ce n’è uno che scopre Ruggero adesso. Per il fruitore, quindi anche per me, la rete è bellissima. Però si è abbassato il livello, c’è meno budget per lavorare e si guadagna in altro modo”.
Per esempio?
“Ci sono i live a pagamento, tutti da sperimentare. Io parto proprio martedì 26: oggi si può fare con 3 telecamere e una mini-regia video, con grande qualità. Tra l’altro, Facebook ha lanciato il servizio di concerti in streaming con acquisto del biglietto senza chiedere royalties fino a giugno. E’ un modo per essere ‘presenti’ anche dove non potresti arrivare: non serve essere Vasco Rossi per essere visti in tutta Italia. Quello che conta sono i contenuti, non ciò che usi per veicolarli. L’importante è emozionare lo spettatore, non importa come. Ci sarà sempre un’evoluzione: abbiamo solo accelerato un processo che stava già andando in quella direzione”.
E Ruggero che ne pensa?
“E’ in difficoltà e l’aveva fatto presente nella sua ‘non hit’ del 2020, l’unico brano scritto nell’anno della pandemia. E’ il disagio di un personaggio che non sa cosa esprimere in un periodo già difficile, in cui le canzoni di tutti gli altri stanno diventando demenziali!”.