Era il 1992 quando dalle pagine dall’opera di Domenico Starnone prese forma lo spettacolo ‘Sottobanco’, antesignano di tutto il filone di ambientazione scolastica e che divenne anche film, nel 1995, con il titolo ‘La scuola’. Silvio Orlano, nei panni dell’umanissimo prof. Cozzolino, assieme a un cast di attori che comprende anche Roberto Citran e Marina Massironi, riporta il testo al Pasolini di Cervignano martedì 14 e poi al Rossetti di Trieste fino a domenica 19.
Sono passati 20 anni dal film ‘La scuola’ e 23 da ‘Sottobanco’, entrambi ambientati nelle aule e nei corridoi di un Istituto tecnico del Lazio. Si può dire che gli esami non finiscono mai?
“Per noi attori ancor di più. Non solo siamo sotto esame a ogni provino che affrontiamo, ma, in questo caso specifico, riproporre ‘La scuola’ più di 20 anni dopo è un esame di quelli più grossi. Eravamo pieni di dubbi: funzionerà ancora? Lo spettacolo è datato? E il pubblico è diverso? Come reagirà? Alla fine abbiamo vissuto l’allestimento come una scommessa, perché abbiamo pensato che ne valesse la pena”.
Cosa vi ha fatto decidere?
“La sensazione che non tutte le potenzialità dello spettacolo del 1992, che è rimasto in tournèe due anni, e del film del 1995 fossero state ancora espresse. Avevamo ancora cose da dire e volevamo metterci di fronte al pubblico, con attori più maturi e con un bagaglio di esperienze maggiore. Avevamo la sensazione che, in passato, la lettura comica fosse stata dominante, invece oggi vogliamo proporre altre interpretazioni. La voglia di ‘uscire’ dal teatro e di raccontare il mondo, invece, è rimasta la stessa”.
Sente di aver contribuito a far guardare con occhi diversi al mondo della scuola?
“Penso di sì. Abbiamo fatto aprire gli occhi su un mondo che tutti – studenti, insegnanti, genitori-, conoscono, ma che a volte non guardano davvero. Siamo riusciti a riempire un vuoto: per la prima volta si proponeva un approfondimento, divertente, sul mondo della scuola”.
La scuola è – come la cultura – uno dei settori più penalizzati dai tagli ai finanziamenti negli ultimi anni. Che ne pensa?
“Scuola e cultura sono settori collegati: è attraverso la scuola che le persone si formano una cultura, soprattutto in campo artistico. Ed è attraverso la scuola che si preparano la nazione, il popolo e la società civile che verranno. L’atteggiamento di chi governa, perciò, appare sempre un po’ ambivalente, perché chi detiene il potere avrebbe più facilità a gestire un popolo meno colto e preparato”.
Ultimamente è tornato in palcoscenico (oltre a ‘La scuola’, l’abbiamo recentemente visto ne ‘Il mercante di Venezia’, ndr). Che progetti ha in cantiere? E al cinema?
“Il teatro è stata una costante nella mia carriera, non l’ho mai abbandonato, neanche quando ero più impegnato col cinema. Ho fondato, assieme a mia moglie, una società di produzione e sto lavorando a un progetto ambizioso: l’allestimento di ‘Napoli milionaria’, che dovrebbe essere pronto per la stagione 2016/2017. Anche per il cinema si sta preparando qualcosa, ma non voglio parlare troppo, per scaramanzia”.