Sulla sua carta d’identità, sotto la voce ‘professione’, c’è scritto ‘musicista’. Per molti potrebbe non significare più di tanto, ma per Federico Gon, ronchese di nascita e di anima, ma sagradino d’adozione, vuole dire molto. “Anche se per anni ho fatto tanti altri lavori”, confessa Federico, che della musica è riuscito, come suo sogno, a farne un’occupazione. Dopo anni di lotte, studio e impieghi di svariati generi. Classe 1982, alla fine delle scuole medie sceglie di frequentare l’Istituto agrario di Gradisca, perché “era la scuola che meglio si adattava alla mia forma mentis – racconta Federico -, un istituto che ti insegna a rispettare la stagionalità e ti dà il ritmo”.
Terminati gli studi, fra un lavoro e l’altro si laurea al Dams a Gorizia, frequentando anche un istituto musicale monfalconese dove si avvicina per la prima volta alla musica. Ma si ferma prima del quinto anno di pianoforte, a un passo dall’entrare in conservatorio. “Volevo capire come si creava una melodia, più che limitarmi a una mera esecuzione”, racconta. “Comprendere i meccanismi che portavano il compositore a scegliere determinate note piuttosto che altre. Perché chi compone, a differenza di chi esegue, ha la gomma per cancellare in mano”.
Ma ciò che lo spinge ancor più forte è l’esigenza di un’espressione. E così si iscrive anche alla facoltà di Storia della Musica, dove pochi anni dopo si laurea. Con lo stesso desiderio di “trasmettere agli altri le medesime emozioni che provo io ascoltando le Nozze di Figaro”. Stavolta, però, creandole lui stesso. La prima esecuzione di una sua opera arriva a 24 anni con la ‘Cartolina da Budapest’, scritta appositamente per l’Orchestra universitaria di Padova. Ispirandosi ai temi ottocenteschi di composizioni dedicate a luoghi e che richiamassero coi suoni, dunque, colori ed emozioni di un determinato posto, richiama alla mente i suoi ricordi della capitale magiara e li traspone in musica. L’opera è talmente piaciuta che il teatro ‘La Fenice’ di Venezia gli commissiona poco dopo un Adagio da comporre sullo stile di Anton Bruckner. Decide di non copiare il compositore austriaco, ma di creare qualcosa che si abbinasse alle sue composizioni. Nasce dunque ‘Abendmusik’, eseguita nel 2016 più volte dall’orchestra veneziana.
Ora, mentre insegna all’Università di Vienna, ha ricevuto un’ulteriore, importante, commissione: un’opera per l’apertura della stagione 2021 del Verdi di Trieste. “Per il futuro mi auguro più stabilità, ma la più grande soddisfazione – conclude il musicista – è il vedere come il sudore viene piano piano ripagato”.
Il compositore amato dai Teatri
RONCHI DEI LEGIONARI - La musica di Federico Gon aprirà la stagione 2021 del Verdi di Trieste
33
articolo precedente