Da quanto è diretto da una donna, il Coro Polifonico di Ruda ha sbancato i più importanti concorsi nazionali e internazionali, raccogliendo ben 25 primi premi assoluti. Lo scorso anno, la storia del coro virile (di tradizione austro-ungarica e rinato nel 1945) diretto da Fabiana Noro ha ispirato anche un film, ‘Resina’ di Renzo Carbonera, presentato a diversi festival.
Tra i numerosi concerti e progetti realizzati quest’anno (a fine 2018 saranno una trentina, compreso quello con i Piano Twelve nella base aeronautica di Marina di Grosseto), la direttrice ha lavorato per qualche mese a una produzione esclusiva, che vedrà il Polifonico esibirsi in un luogo storicamente importante: la Basilica di S. Francesco a Ravenna, accanto alla quale si trova la tomba dell’esule Dante Alighieri.
“Mercoledì 12 – racconta Fabiana Noro – presenteremo ‘La musica dei cieli’, che fa parte di un articolato progetto voluto dalla città di Ravenna, ‘Dante 2021’, che arriverà fino al 700° anniversario della morte del sommo poeta. La richiesta è arrivata dal direttore artistico dell’associazione culturale ‘Angelo Mariani’, con cui abbiamo già collaborato: un programma di musiche sacre ispirate alla Divina Commedia. Una sfida impegnativa, specie se si tiene conto che a Ravenna, dove l’attività musicale anche corale è intensa, sono molto rigorosi ed esigenti fino alla scelta degli strumenti”.
La scelta della direttrice è ricaduta subito sulla Cantica solitamente meno ‘frequentata’ in periodo scolastico, il Paradiso. “Ci è sembrato il modo migliore: abbinare un brano ai personaggi più rappresentativi dei nove cieli, più l’empireo. In alcuni casi, la scelta era immediata, come quella del primo, dove Piccarca Donati lascia Dante cantando l’Ave Maria, oppure l’Osanna di Giustiniano. E’ comunque un percorso musicale impegnativo, che va dalle preghiere di Poulenc alla musica ortodossa, da Arvo Part a Giovanni Bonato e Pau Casals”.
Lo spettacolo, alternato a momenti di lettura, sarà presentato anche in regione, a dicembre a Udine. “E’ un progetto in fieri, che può ancora essere ampliato. Di solito ci chiedono un repertorio ‘a tema’ come accaduto con gli spettacoli sulla Grande Guerra, ma questo è il più ambizioso e complicato tra quelli realizzati finora, anche perché trovare la chiave di lettura ha richiesto un gran lavoro. E poi, lo ammetto: riprendere in mano la ‘Commedia’, abbandonata ai tempi dello ‘Stellini’, è stato impegnativo, ma mi ha permesso e ci ha permesso di capire quanto fossero ‘avanti’ secoli fa. Dante e altre persone illuminate avevano pensato a cose che noi, che dovremmo essere in grado di comprenderle bene, stiamo cercando di distruggere…”.
Dopo il concerto-recital a Ravenna, il Polifonico sarà impegnato in un altro spettacolo con una parte narrativa, ‘Va’ pensiero’, un progetto del Teatro delle Albe, che sarà presentato in ‘prima’ a Pordenone e racconterà il punto di vista di un Giuseppe Verdi che guarda a cosa è diventata l’Italia, con poca stima. “Nel corso di un anno, i progetti che ci chiedono sono molti e diversi. Stiamo già lavorando per il 2019, quando ci piacerebbe presentare un nostro progetto dedicato alle città patrimonio Unesco della regione. Il nostro è un lavoro che ti obbliga a studiare di continuo, possibile grazie al contributo dei coristi, ormai sempre più giovani, al punto che quelli entrati a 25 anni sono ‘vecchi’ rispetto ai diciottenni. Il loro è il sacrificio maggiore, perché si sa che di solito i giovani vogliono vedere i risultati subito, mentre il nostro è un lavoro accurato, nota per nota, che però ‘paga’ anche nel tempo”.