La stagione AiFabbri2 prosegue dal 23 al 25 settembre, alle 20.30, con lo spettacolo vincitore di Forever Young 2019/20, “La Gloria” di Fabrizio Sinisi, con Alessandro Bay Rossi, Dario Caccuri, Marina Occhioner, per la regia di Mario Scandale. Con questa produzione di La Corte Ospitale va in scena uno spaccato sconosciuto sulla vita giovanile di Hitler, quando, nel 1907, appena ventenne, insieme all’amico August Kubizek, si trasferì da Linz a Vienna con lo scopo di entrare all’Accademia di Belle Arti e diventare un grande pittore. Dopo essere stato respinto più volte ma incapace di ammettere la mancanza di talento, scoperte le sue bugie e umiliato pubblicamente, per ben tre anni si riduce allo stato di senzatetto nella periferia viennese finchè allo scoppiare della Prima Guerra Mondiale si arruola nell’esercito dando il via alla sua carriera politica, che cambierà tragicamente la Storia.
“Il lavoro sulla Gloria – spiega il regista Mario Scandale – ha per noi sicuramente un valore politico; ci accomuna una forte esigenza di lavorare sulla memoria storica della cultura europea, sui fondamenti psicologici e storici che stanno alle radici di una dittatura ed analizzare in cosa consista esattamente questo “terreno fertile” che permette la crescita e la presa di potere di comportamenti e meccanismi pericolosi, ora più che mai attuali. Vorremmo portare il pubblico a chiedersi, inoltre, quale sia e quanto sia sottile il confine che esiste fra un rivoluzionario ed un dittatore, fra un visionario ed un mitomane. Il testo inizia con l’incontro tra il giovane Adolf e August al Teatro dell’Opera di Linz, durante il terzo atto del Tristano di Wagner. I due discutono della musica, di quanto i compositori tedeschi siano ineguagliabili, di architettura, pittura e del teatro di prosa, di cui Adolf dichiara di trovare insopportabile soprattutto il pubblico. Partendo proprio da questo gioco di teatro nel teatro immagino un allestimento prettamente metateatrale. Il luogo unico della rappresentazione sarà quindi il teatro stesso. Lo svelamento dell’artificio illusorio dell’evento teatrale renderà palese l’intero impianto fittizio dell’azione scenica, mostrando l’illusorietà, non solo della rappresentazione, ma anche della realtà tangibile dagli spettatori. L’intento è quello di stimolare per l’appunto lo spirito critico dello spettatore. Il cuore dell’operazione saranno quindi gli attori, che con la recitazione porteranno gli spettatori in tutti i luoghi dello spettacolo. Un meccanismo scenico simbolico e antinaturalistico, supportato dallo stile drammaturgico dell’opera. La Gloria, infatti, è un testo poetico scritto in versi e questo ci darà la possibilità di avviare una ricerca sulla forza letteraria, melodica, musicale della nostra lingua, una lingua scenica più adatta ad esprimere concetti che la psicologia dei personaggi. Proprio questa parola sarà il centro della messinscena che diventerà azione, slancio, figura, carne, forma, storia, e pensiero. Ad incarnare i versi del testo, tre interpreti, quali Alessandro Bay Rossi per il ruolo di Adolf Hitler, Dario Caccuri per il ruolo di August Kubizek e Marina Occhionero per il ruolo di Stefanie, giovane allieva di August”.
Un testo dunque poetico, politico, che scava nella memoria della cultura europea, interrogandosi soprattutto su ciò che alimenta comportamenti pericolosi ed estremi, ieri come oggi, e che indaga su quel confine sottilissimo che separa un rivoluzionario da un dittatore, sempre pronto ad ingannare se stesso e gli altri per raggiungere una gloria terribile.