In questo momento si sentono tra gli ‘ultimi’, in tutti i sensi. Non c’è nessun accenno nella Fase 2 al mondo dello spettacolo, e della musica in particolare. Né se ne parla, come per la scuola, con un generico ‘ripartiremo a settembre’. Le previsioni più ottimistiche parlano di possibili e graduali riaperture autunnali per i ‘live’, ma c’è chi vede la primavera 2021 come una data più vicina alla realtà. Il tutto mentre saltano eventi, posti di lavoro, certezze radicate, persino le uscite dei Cd nei negozi (quali negozi? Bravo chi resiste…), con professionisti e non, giovani e meno giovani, società e associazioni accomunati dall’incertezza. Sempre unita comunque alla speranza che prima o poi si torni a una specie di ‘normalità’, che non sarà più quella di prima. Successe anche ai tempi della Grande Depressione e la rinascita fu più forte della caduta. Aspettando di capire se la storia si ripete dvvero, abbiamo raccolto alcune testimonianze…
CLAUDIO MANSUTTI Direttore artistico Teatro Bon
“La Fondazione Luigi Bon cerca spiragli di luce in un periodo buio, tramite lezioni di musica e teatro online e il sostegno a distanza alle famiglie del nuovissimo Centro per l’infanzia ad indirizzo musicale ed artistico, accolti con entusiasmo, ma sappiamo che si tratta di un palliativo. Il settore dello spettacolo dal vivo è stato totalmente dimenticato dal governo centrale, formato da persone che sembra non siano mai entrate in un teatro. Serve dare spazio al buon senso, riaprire in sicurezza le lezioni individuali, aprire i Centri 3-6 anni per dare il diritto di ‘sperimentare la vita’. E i ‘live’ come le Messe, all’aperto o in strutture in sicurezza, per non far vincere il dividi et impera”.
LUCA TOSOLINI Organizzatore di eventiDirettore di Fvg Music live
“Il 4 maggio dovevamo iniziare a montare il palco per il concerto di Tiziano Ferro a Lignano, il 6 settembre aspettavamo Vasco Rossi… Qualcuno ci dovrebbe dire cosa fare, ma non c’è nessuna indicazione: siamo senza prospettive e non se ne parla perché nessuno sa veramente cosa ci sia dietro a un concerto. Si pensa che il nostro sia una specie di dopolavoro: parliamo di 75 aziende in regione, 1500 addetti, 50 milioni di fatturato diretto, senza l’indotto, che quest’anno nella migliore delle ipotesi sarà poco più di un decimo. Siamo pronti a produrre, aspettiamo proposte, anche quella del drive-in se serve, ma c’è il rischio di stare fermi fino a marzo 2021”.
GIOVANNI CANDUSSIO Ufficio promozione Azalea (agenzia musica live)
“Viviamo in una condizione di incertezza totale: non sappiamo quando e in che condizioni potremo organizzare concerti. Assomusica, l’associazione che raggruppa i principali operatori del mondo della musica live, ha stimato in 350 milioni di euro la perdita già totalizzata, cifra che lieviterà a fronte di migliaia di eventi che verranno rinviati o cancellati. Il rischio è che scompaiano decine di realtà e si perdano migliaia di posti di lavoro. La speranza di poter organizzare concerti quest’estate sembra ormai lontana: facendo ‘aggregazione’ saremo fra gli ultimi a essere presi in considerazione per la riapertura”.
GLAUCO VENIER Compositore e insegnante
“Nulla sarà più come prima. Io ho la fortuna di essere anche un docente in Accademia e fino a quando si parlerà di formazione, spero abbiano bisogno di me… Per quanto riguarda i concerti, è eufemistico dire che si naviga a vista e il mio pensiero va ai colleghi che si sostentano di esibizioni dal vivo: come faranno ad andare avanti? Ho sempre sognato uno stato sociale che aiuti gli artisti nel momento del bisogno, ma nel Paese che grazie ai mecenati ha inventato il Rinascimento, sembra impossibile. Spero che alla fine della pandemia la vita virtuale non abbia il sopravvento su quella reale: basta social e fake news, torniamo a guardarci negli occhi”.
U.T. GANDHI Musicista jazz
“Nel 2019 sono stato in tour in tutto il mondo, dall’Asia al Sudamerica, oggi affronto questo difficile momento tenendomi occupato per non pensare al peggio, tra lavori casalinghi, qualche bell’ascolto (oggi il Miles Davis di Bitches brew) e la registrazione di alcuni brani nuovi. Temo che la nostra categoria soffrirà molto: saremo fermi per tutto quest’anno e quindi cerco di sfruttare questa prigionia forzata al meglio. Si riprenderà, sono fiducioso, ma niente sarà come prima”.
IL GURU (ANTONY PALI) Rapper
“La situazione della musica è compromessa, sia live che per gli streaming. Viviamo in una società che ascolta musica in movimento e per assurdo ora se ne ascolta meno. Inizialmente ho cercato di essere più attivo possibile sui social, scrivendo instant songs per intrattenere i miei aficionados, ma anche questo tipo di interazione è saturo: tanti ‘non artisti’ si stanno improvvisando tali e le dirette sono troppe. Scrivere canzoni vere si sta rivelando complicato perché non sappiamo dove ci porterà il virus e che tipo di messaggi potremmo dare al post. Molte persone ora si stanno rivelando per quello che sono e questo mi rattrista: speravo in un risveglio collettivo, ma dubito che accadrà”.
RENATO PONTONI Patròn del ‘Ceghedaccio’
“Al momento la mia società ‘Pregi srl’ ha cancellato il ‘Ceghedaccio’ di aprile, la crociera estiva a tema, il concerto a Milano della nostra Orchestra sinfonica ‘disco’, due grossi eventi in regione e altri minori. Mi dispiace soprattutto non poter soddisfare la gente che ha ancora voglia di divertir
si. E tutta la filiera dietro alla musica: logistica, pubblicità, uffici stampa, tecnici. Tutti fermi, anche i musicisti che vivono di piccole serate…. Sono contrario al ‘virtuale’ – anche se il 3 aprile abbiamo fatto 5 mila contatti in pochi minuti su Facebook – perché non danno da lavorare a chi sta dietro il palco. Non molliamo: però saremo liberi solo quando ci faranno ballare i lenti al Ceghedaccio”.
MORENO MICOLI Titolare ‘Angolo della Musica’
“La strada che ci attende è in forte salita e ci sarà bisogno di altri aiuti, compresi gli strumenti finanziari per salvare i negozi di dischi. Mi auguro una vicinanza delle case discografiche e degli artisti: bisogna passare dai proclami in rete a una riduzione notevole delle pretese economiche, in modo da riavvicinarsi al cliente finale. Già prima dell’emergenza i negozi di musica erano in difficoltà, con la scomparsa del supporto fisico e i soli live a garantire introiti ad artisti e manager. Senza grandi eventi nell’immediato, dobbiamo pensare a proporre musica di qualità su Cd e vinili, nei negozi specializzati e non negli scaffali dei centri commerciali. Poi va fermato il potere monopolistico che un certo tipo di e-commerce si è ritagliato, ma qui, come sull’Iva, deve intervenire la politica…”.