Il Goriziano ha una peculiarità: l’essere parte fondamentale della Mitteleuropa e con essa ricevere l’influsso di varie culture e vari popoli. Sloveni, italiani e austriaci qui hanno messo, nei secoli, il loro meglio e ciò si dimostra anche nella tradizione musicale, in special modo in quella sacra. A tramandare questa lunga e gloriosa tradizione ci sono sette intraprendenti giovani con la passione per questo tipo di musica: i Sacri Cantores Theresiani. Età media 19,6 anni, i cantori girano le chiese dell’Arcidiocesi di Gorizia per accompagnare le celebrazioni nelle parrocchie che li invitano, come è successo nella domenica di Pasqua, 27 marzo, a Cervignano. La comunità presente in Chiesa Madre ha potuto ascoltare l’esecuzione della “Messa di San Durì” (dedicata a Sant’Ulderico) del maestro friulano Orlando Dipiazza in friulano nella riduzione dello stesso compositore per due voci virili. Ad arricchire la celebrazione Pasquale l’”Haec Dies” del goriziano Cesare Augusto Seghizzi, il Terra Tremuit di Vinko Vodopivec e il Regina Caeli di Wieselberger. La mistura mitteleuropea dei brani ha ‘catturato’ fedeli, che hanno ringraziato con un applauso spontaneo. La compagine ha festeggiato, come da tradizione il giorno di Pasqua, i tre anni di attività, cominciata nel 2013 per puro divertimento e divenuta oggi un piacevole obbligo di ricerca della perfezione d’esecuzione nei confronti dei fedeli goriziani e isontini.
La musica sacra rivive con i giovani
La tradizione mitteleuropea tramandata dai Sacri Cantores Theresiani: sette appassionati con un'età media inferiore ai 20 anni
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