Nato a Mittelfest 2016, già presentato a Talmassons, torna in regione il progetto Sfueâi ideato dalla cantante friulana Elsa Martin e dal pianista jazz di fama mondiale Stefano Battaglia. Sabato 11, al Teatro Candoni di Tolmezzo, i due riproporranno le loro reinvenzioni musicali, al confine tra jazz, contemporanea e canzone d’autore, di cinque poeti in lenghe anche molto lontani tra loro: Pier Paolo Pasolini, Amedeo Giacomini, Federico Tavan, Novella Cantarutti e Pierluigi Cappello.
Da dove nasce l’idea di unire improvvisazione e poesia in friulano?
“E’ nata spontaneamente. Stefano aveva lavorato a una celebrazione su Pasolini, uscita per Ecm, e mi ha chiesto di provare a cantare ‘Cjampanis’ sulla musica che aveva composto. Il desiderio di proseguire su questo filone è partito da lì, con cinque poeti di cinque zone diverse ce on peculiarità anche individuali che ci hanno portato a scegliere il canale dell’improvvisazione perché difficili da ingabbiare in una composizione immobile”.
Un esperimento già sperimentato con successo nell’album ‘Amôrs’.
‘Sì. L’esperienza con Renato Miani, che ha messo in musica per me le poesie di Cappello, ha consolidato il desiderio di mescolare ì diverse forme. La commistione di più arti è un valore aggiunto e nel mio cammino di crescita artistica ho avuto la fortuna di incontrare persone che amano mettere in musica testi letterari e poetici”.
Note e poesie assieme: funziona?
“Di sicuro non è la strada più comune. In più, l’uso del friulano per esportarlo dai confini regionali non è facile come sembra. Stefano è affascinato dalla parte meta-linguistica del linguaggio che resta ‘viva’: per un non friulano, non tutte le parole hanno un significato e il mistero delle parole è un tesoro prezioso, perché va protetta quella parte della musica che non si può capire”.