Un gruppo musicale in una disordinata soffitta fa le prove in vista dell’esibizione all’imminente sagra paesana. Il polveroso ritratto di un poeta si anima e comincia a parlare: è lo spirito di Jacum Bisot (1873-1948), misconosciuto poeta di Orsaria, frazione di Premariacco, che fra le due guerre fu autore di rime semplici, ma cariche di saggezza popolare. L’espediente scenico è alla base di Bota e rispuesta. Cjant par un poete contadin, spettacolo scritto e interpretato da Leo Virgili (chitarra, composizione, direzione musicale) e Federico Scridel, con la voce di Nicole Ceceancig e una band completata da Mirco Tondon e Jack Iacuzzo.
Da qualche tempo, il pluristrumentista Virgili (Arbe Garbe, Croz Sclizzaz, Radio Zastava e mille altri progetti) e la giovanissima Coceancig hanno avviato un progetto di recupero del ‘poeta contadino’ e di una tradizione storica, componendo e cantando una manciata di brani ispirati ai testi del ‘gran cerimoniere’ della mascherata di Orsaria e guardando ben più lontano di un piccolo paese di campagna. La sua arguzia, il suo amore per la letteratura e lo spirito libero sono tuttora leggendari in paese, ma nonostante l’unicità e la rilevanza antropologica, i suoi testi non sono ancora stati oggetto di studi.
Lo spettacolo, quasi interamente in friulano, parte dalla riscoperta di componimenti poetici, in manoscritti dalla fine dell’800 agli anni ‘40. Bota e rispuesta rende omaggio alla pungente ironia e alla sagacia di generazioni di friulani mai contemplati dalla cultura ‘alta’ ma che, nella loro semplicità, hanno trovato nella scrittura il riscatto dalla povertà e dall’ingiustizia sociale. Dopo la prima a Tausia, l’eredità di Bisot approda venerdì 12 nella sala parrocchiale di Muzzana, sabato 13 in quella di Lavariano e domenica 14 alla Casa della musica di Pozzuolo.