Sono lontani i tempi in cui Jovanotti cantava ‘Sei come la mia moto‘ e ‘Gimmi five!‘, hit scanzonate dei primi Anni 80 che lo hanno reso celebre. Lasciata alle spalle la vena più goliardica e leggera, Lorenzo Cherubini ha impresso una svolta alla sua arte, scegliendo la strada dell’impegno e facendosi promotore di spettacoli carichi di emozioni, ma allo stesso tempo vicini alle tematiche care all’artista toscano, come l’ambiente e il rispetto del pianeta.
Per il tour 2019, che per ben due volte farà tappa in Fvg, a Lignano Sabbiadoro il 6 luglio e il 28 agosto, Lorenzo Cherubini ha scelto di mettere in piedi uno show a fianco al Wwf, contro l’inquinamento da plastica. Una sfida, quella condivisa da Jovanotti e dall’associazione ambientalista, che si concretizza nel JovaBeachParty 2019 e nel WWF PlasticFree Tour, che assieme puntano a sensibilizzare i fan ma non solo, cercando di dare risposta a una vera e propria minaccia per l’ambiente, in particolare quello marino.
Non una scelta commerciale o una presa di posizione di facciata, senza seguito. Al contrario, una scelta precisa e definitiva che ha visto il cantante coinvolto in prima persona nella scelta delle location che ospiteranno il tour.
Questa scelta, però, non si è attirata la simpatia e il sostegno di tutti, tanto che il famoso alpinista Reinhold Messner ha puntato il dito contro la scelta del concerto programmato a Plan de Corones. Giù le mani dalla montagna, dice Messner, luogo incontaminato per eccellenza. Se fosse stato per l’apinista, infatti, il Jova tour 2019 non avrebbe fatto tappa ad alta quota. Critiche a cui ha risposto lo stesso Jovanotti in un lungo post pubblico in cui spiega le ragioni di questo tour e l’originalità di uno spettacolo che è prima di tutto un inno all’ambiente.
“Non discuto con Messner di montagna, non mi permetterei mai, ma sui concerti ho qualcosa da dire e il nostro progetto per l’estate è serio – scrive Jovanotti -, accurato e soprattutto nuovo, realizzato con criteri ambientali che oggi non sono solo possibili ma anche importanti da mostrare al pubblico, soprattutto ad un pubblico come è il mio, sensibile ai temi chiave del presente .
Quando dico che stiamo tenendo insieme un evento rock con l’equilibrio ambientale non lo dico tanto per dire, si tratta di mettere in campo tutte le conoscenze in questo ambito ed è quello che stiamo facendo, per mostrare un modo nuovo di fare le cose, non quello solito che giustamente preoccupa Messner”.
“Il futuro non lo si affronta negandoci le esperienze ma immaginandone di nuove con nuovi mezzi. Faremo una cosa non solo bellissima ma unica nel suo approccio ambientale, nuova e antichissima allo stesso tempo, e per quanto riguarda me e la squadra coinvolta ci tengo a rassicurare Messner che ha preoccupazioni autorevolissime che per me e per il pubblico, d’accordo con tutti i partner del progetto anche quelli amministrativi, si tratta di realizzare non solo grandi giornate di goduria collettiva ma anche grandi aperture verso panorami di economia circolare, di comportamenti ecosostenibili e di equilibrio umanità/pianeta. (…) A Plan de Corones la folla festosa non è una novità, è un luogo di tutti ed è bello per questo. Sentirsi invasi da gente allegra che non ha nessuna intenzione di violare nessun tempio naturale ma casomai di celebrarlo suona semplicemente, ahimè, elitario, e siamo alle solite, e a me le solite non piacciono, i club esclusivi non fanno per me”.
“Io nella mia vita le uniche scalate che ho fatto sono di classifiche di canzoni ma ho esperienza di sognatore e anche quello può essere uno sport estremo che va praticato con tutta la cura possibile. Tra i miei sogni ce n’è uno che condivido con Messner, ovvero il sogno di un futuro in cui la presenza dell’uomo non sia distruttiva per la natura, e questo oggi è un sogno realizzabile anche su larga scala, partendo dai comportamenti dei singoli e di ognuno, coinvolgendo economia, politiche locali, aziende con questo tipi di obiettivo”.
“Le cose si possono fare anche bene, e la montagna non ha più diritti di un bel prato a Woodstock o di una spiaggia a Rimini o del Circo Massimo – continua Lorenzo -, gli ambienti vanno rispettati sempre, non solo il giardino intorno a casa propria. Non è solo un sogno realizzabile, è anche opportunità di nuovi lavori e di trasformazioni, di prospettive di rinascita di un paese che pare imprigionato nei no, nei vedremo, nella difesa di piccoli personali privilegi e corsie preferenziali. Ce la faremo, e spero di stringere la mano dell’uomo che ha scalato gli ottomila in arrampicata libera, consapevole che la grande impresa del nostro tempo sia quella di ripensare il nostro rapporto con l’ambiente. ll cammino è iniziato e reale, e le nostre feste saranno un nuovo campo base che, a differenza di quello sull’Everest, verrà lasciato meglio di come lo troveremo con la collaborazione di tutti quelli che vivranno una grande giornata insieme – conclude -”.