Da tempo è uno dei festival musicali più attesi e conosciuti del Nord-est, capace negli anni di convogliare su Azzano Decimo migliaia di spettatori per le date uniche in regione (e non soltanto) di Iggy & the Stooges, Devo, Madness, i P.i.l. di John Lydon, Moby, Pulp, Soft Cell… Cambiata la direzione artistica, affidata a Scenasonica – il progetto di ricerca sonora che da due anni porta avanguardie artistiche nella web tv di Pordenone, Pnbox -, il festival, curato insieme a Solid Bond Agency, saluta la piazza e ritorna nell’Area Palaverde.
FEDELI ALLA LINEA ‘INDIE’
Confermata invece la ‘linea’, che vede al centro le band che hanno contribuito alla creazione della scena underground attuale negli ultimi decenni, o che ne rappresentano parte integrante, assieme a molti nomi emergenti. Dopo il ritorno dello shoegaze anni ’90 con l’unica data a Nord-est degli Slowdive, venerdì 31 si torna ai giorni nostri con il gruppo italiano forse più venerato nel rock di origine underground: i Verdena. In attesa del secondo volume di ‘Endkadenz’ (il primo è uscito lo scorso inverno), la band dei fratelli Ferrari proporrà una scaletta rivisitata apposta per il festival, con qualche anticipazione del ‘Vol.2’, preceduta dal rockabilly di The Rock ‘n roll Kamikazes e dagli Universal Sex Arena.
IL VETERANO E LE ‘SCOPERTE’
Per la chiusura col ‘botto’, sabato 1, Peter Hook & the Light, la nuova band del co-fondatore dei Joy Division e, fino a pochi anni fa, colonna dei New Order, il gruppo nato dopo la morte del cantante Ian Curtis. Punto di riferimento per intere generazioni tra post-punk e new wave, dal 2010 il bassista propone con la nuova band un repertorio che comprende anche alcune delle tracce famose delle storiche formazioni in cui ha militato. Ad aprire la serata, i Soviet Soviet e l’elettronica dark di Yakamoto Kotzuga, una delle scoperte de La Tempesta Dischi, etichetta dei Tre Allegri Ragazzi Morti e punto di riferimento per l’indie nazionale.