I lavoratori hanno proclamato lo stato di agitazione al Teatro Verdi di Trieste. A chiarire la posizione, in una nota, la Slc Cgil: “E’ oramai chiaro come la direzione del Teatro stia cavalcando la crisi dovuta all’epidemia e come intenda continuare a farne pagare le spese alle lavoratrici e ai lavoratori, per potersi poi fregiare con la stampa e la politica dei ‘grandi risultati’ e degli utili di bilancio. Ben due milioni e seicentomila euro sono stati iscritti come utile netto e molte altre risorse sono state accantonate in fondi di riserva, tra le quali non può non balzare all’occhio oltre un milione e cento mila euro per i rischi connessi alla gestione del personale”.
“Con più di tre milioni di euro di risparmio sul personale diventa fin troppo evidente a tutti chi ha pagato il conto della gestione di un teatro che è rimasto fermo per tante e per troppe volte. Anche in zona bianca, con il cartellone degli spettacoli oramai avviato, questa direzione aziendale continua a infierire sui lavoratori, scatenando una vera e propria sindemia di tagli agli stipendi, ricorrendo a provvedimenti arbitrari e a creative interpretazioni dei contratti e degli accordi aziendali al solo fine di racimolare fino all’ultimo centesimo possibile dalle buste paga delle lavoratrici e lavoratori”, denuncia ancora il sindacato.
“Con la pubblicazione di questo bilancio di esercizio e degli utili raggiunti ci saremmo aspettati un rasserenamento dei rapporti, l’ammorbidimento di certe posizioni. Invece le poche Rsu rimaste sono chiamate in causa solamente in occasione di riunioni con la cosiddetta media direzione. In questi brevi incontri spesso non sono neppure presenti tutti i quadri e capiufficio che dovrebbero contribuire a comporre il tavolo, con il risultato di non riuscire a dirimere nemmeno le questioni tecniche più semplici come la gestione dei turni di lavoro; figurarsi quelle di rilievo generale e per le quali i componenti incaricati dalla direzione non hanno nemmeno le necessarie deleghe”.
“Dopo la pubblicazione del bilancio 2020 del Teatro Verdi ci saremmo aspettati di vedere la riassunzione immediata delle maschere, che invece sono state escluse dalle chiamate di questa stagione, e di veder reintegrato il personale a termine che si è visto rescindere dal giorno alla notte il contratto di lavoro allo scoppio della pandemia. La direzione ci ha convocati frettolosamente solo dopo che era già stata indetta la mobilitazione con il presidio delle suddette maschere e avrebbe voluto che firmassimo un generico e fumoso protocollo nel quale proponeva di riconsiderare gli incarichi per il personale di sala, senza, però, specificarne i modi e i tempi e nemmeno le condizioni di un eventuale accordo”.
“Sulla stessa linea questa direzione continua a sottovalutare le richieste di assunzione di personale aggiunto in tutti i settori e non sembra voler riparare nemmeno al torto commesso verso chi è stato liquidato alla prima chiusura delle attività. Con gli utili di bilancio riscontrati avremmo voluto veder esposti nei calendari settimanali del settore tecnico dei turni di lavoro equi e corretti, rispettosi delle previsioni contrattuali e del buon senso mentre questa direzione continua a considerare i lavoratori a propria completa disposizione, in deroga a leggi e contratti, senza pensare minimamente ai disagi che arrecano tali orari ai lavoratori e alle loro famiglie e sottovalutando i rischi connessi alla sicurezza e alla salute di chi è costretto a operare per lunghi periodi su turni e senza alcuna giornata di riposo nella settimana! E’ forse diventato normale dover lavorare sette giorni a settimana senza giornate di riposo? E’ forse diventato normale dover lavorare per un totale di quasi sessanta ore settimanali?”, denunciano ancora dalla Slc Cgil di Trieste.
“Con la pubblicazione di questi risultati economici i lavoratori si aspettavano di ricevere i giusti compensi in busta paga e invece continuano gli ammanchi alle indennità, continuano a non essere conteggiati gli straordinari, continua l’utilizzo arbitrario della banca ore oltre i limiti previsti dagli accordi. Questa direzione evidentemente pensa che il teatro sia fatto solo di belle cifre e di numeri iscritti alle voci del bilancio; cifre da snocciolare alle conferenze stampa, da sbandierare alla politica e verso l’opinione pubblica, in prospettiva a riconferme o nuovi incarichi”.
“La nostra visione del teatro invece è un’altra e ci sembra che i risultati di bilancio, seppur importantissimi, da soli non ottemperano né al dettato statutario né alle aspettative del nostro pubblico e della cittadinanza tutta, per la quale il Teatro deve continuare a rappresentare un simbolo e un modello di eccellenza. Siamo certi che per raggiungere e garantire un risultato artistico, mantenere la presenza di spettatori e attrarre contributi e sponsorizzazioni, la prima cosa che una buona direzione deve fare è restituire valore al lavoro. E’ necessario scongiurare la dispersione professionale e offrire garanzie e tutele a tutte le lavoratrici e i lavoratori del nostro Teatro perché sono le lavoratrici ed i lavoratori il vero prezioso patrimonio della Fondazione”.
“Nell’immediato riteniamo prioritario avere dei pronti riscontri dalla direzione aziendale per poter chiarire i seguenti punti”, prosegue la nota.
– AMMANCHI NELLE BUSTE PAGA: chiederemo conto alla direzione delle decurtazioni e pretenderemo il pagamento di quanto dovuto per gli arretrati relativi agli straordinari e all’indennità per lavoro a turni per il comparto tecnico.
– PERSONALE: chiederemo alla direzione quali siano i tempi e le modalità di reintegro dello storico personale di sala, ribadiremo la assoluta necessità di procedere alle assunzioni del personale aggiunto cessato durante la chiusura del teatro e alla copertura del personale quiescente, assente per malattia e di quello con permessi per L104. Pretenderemo di essere aggiornati circa le previsioni di assunzioni relative alla dotazione organica e chiederemo che vengano applicati correttamente i livelli retributivi, coerentemente alle mansioni e alle responsabilità dei lavoratori.
– BANCA ORE E PRESTAZIONI: ribadiremo la nostra contrarietà alle modalità di utilizzo della banca ore/prestazioni, pretenderemo l’applicazione delle limitazioni di utilizzo secondo gli accordi e solleciteremo la ridefinizione e rinegoziazione dell’istituto con una modalità più equa e meno vessatoria.
– ORARIO DI LAVORO: pretenderemo per il settore tecnico l’adozione di orari più sopportabili e corretti, il rispetto delle previsioni normative e contesteremo alla direzione il ricorso smodato al lavoro straordinario e alla banca ore. Chiederemo nuovamente che nelle situazioni in evidente sofferenza siano previste nuove assunzioni. Chiederemo che negli orari settimanali siano indicati in maniera esplicita i periodi di lavoro ordinario, quello straordinario e quelli con ricorso alla banca ore/prestazioni.
“Speriamo di poter risolvere celermente queste problematiche e di normalizzare le relazioni sindacali, altrimenti sarà pressoché inevitabile dover ricorrere ad altre azioni per riconquistare, nella solidarietà e unità delle lavoratrici e del lavoratori del Teatro, tutto quello che gli spetta attraverso ogni forma di lotta possibile”, conclude la Slc Cgil.