Dopo 12 anni di successi, senza preavviso, lo scorso 6 gennaio la Rai ha deciso di chiudere uno dei suoi programmi di punta, ‘Demo – l’acchiappatalenti’, vetrina di nuova musica creata da Michael Pergolani & Renato Marengo, in onda la sera su Radio Rai 1. Nel corso degli anni, la trasmissione ha ricevuto oltre 60 mila progetti sonori diversi, trasmettendo almeno 8 mila tra band e solisti senza contratto discografico e prendendosi pure la soddisfazione di vederne alcuni (tipo Nathalie, ‘scoperta’ dai talent show molti anni dopo ‘Demo’) raggiungere il successo.
Immediatamente si è scatenato un movimento spontaneo di protesta – sulla rete, tra l’intellighenzia nazionale, persino in Parlamento – che punta a riaprire una voce ‘libera’, garantita da due professionisti con alle spalle decenni di attività. Un po’ dappertutto, in Italia, si sono organizzate serate di sostegno al grido di ‘Rivogliamo Demo’: concerti a Roma, Torino, Bari, o come quello che venerdì 28 viene ospitato all’Interstate Studio 270 di Tricesimo e vedrà ospiti, oltre ai due conduttori, molti degli artisti friulani ‘scelti’ in questi anni dal programma, spesso anche come sigla: Angelica Lubian, The Moon, Silvia & the Fishes on Friday, The Morning, Da Est…
“Ci vogliono di nuovo in onda perché siamo gli unici a dare spazio ai ragazzi e non ai soliti noti – spiega Renato Marengo – mettendo la nostra professionalità a disposizione dei giovani. Abbiamo dato fiducia a chi voleva fare della propria passione anche un lavoro, usando un solo metodo di giudizio: la qualità. Un gruppo di ascolto sceglieva i pezzi da trasmettere senza sapere di chi si trattava, senza inciuci o raccomandazioni. L’unico modo per scoprire talenti e dare voce a migliaia di persone, che la Rai ha deciso di chiudere, nonostante il programma fosse un fiore all’occhiello. E senza neanche avvisarci: in pratica, siamo arrivati allo studio e abbiamo saputo che eravamo stati tagliati…”.
E’ per questo che la mobilitazione è stata massiccia e spontanea: oltre all’adesione sui social network di migliaia di musicisti e appassionati – privati da un giorno all’altro della possibilità di andare in onda, ci sono state già tre interpellanze parlamentari, petizioni e lettere di personaggi illustri della cultura italiana. “Tutti ci rispettano, perché non saremo sicuramente gli unici alla radio a dare spazio ai giovani, ma la nostra è stata anche una rivoluzione mediatica, visto che abbiamo trasmesso musiche anche sconosciute e a volte ‘difficili’…”.
A confermare le scelte artistiche di ‘Demo’ è anche Michel Pergolani, tra i primi a portare la musica rock in Italia: “E’ paradossale che si sia deciso di interrompere un programma che funzionava proprio grazie alla trasparenza e alla massima onestà di base, in un momento in cui la musica in Italia non ha mercato proprio perché ci sono soltanto ‘manovre’ e i talenti veri, alla fine, non finiscono mai in Tv. Basta vedere Sanremo, dove la musica di pessima qualità è davvero così’ brutta che corrompe pure lo spettacolo!”
Tutto il contrario, invece, delle scelte ‘non commerciali’ di ‘Demo’: forse è proprio per questo che è stato chiuso? “A parte che la Rai è un servizio pubblico – ribadisce Pergolani –mi sembra di risentire le stesse cose di quando ero all’‘Altra domenica’ con Arbore su Rai 2 mentre su Rai 1 c’era ‘Domenica In’. Loro facevano 12 milioni di spettatori, noi ‘appena’ 3, ma noi oggi siamo sui libri e loro no! La stessa cosa forse accadrà al nostro spazio radiofonico, che aveva permesso di scoprire cose bellissime e scene originali, soprattutto in ‘provincia’. Alla fine, abbiamo composto una sorta di ‘mappa mentale’ del tipo di musica che i giovani fanno in Italia, scoprendo un Nord metallaro, un Sud con tante differenze e il vostro Nord-est dall’anima pop, tutti comunque uniti da una grande passione”.
‘Rivogliamo Demo’ all’Interstate Studio 270 di Tricesimo
Venerdì 28 una serata live a sostegno del programma cancellato dalla Rai, senza preavviso, dopo 12 anni di successi
138
articolo precedente