Anche l’attrice triestina Sara Alzetta nel cast di Passio Christi, spettacolo teatrale con contaminazioni cinematografiche nato da un’idea di Michele Placido su testi di Mario Luzi, “Maria alla Croce” di Dario Fo e Franca Rame e Salmi biblici a cura di Moni Ovadia, oltre allo Stabat Mater, nella traduzione in dialetto trentino di Daniela Scarlatti.
Il progetto è trasmesso gratuitamente sul Canale Youtube Teatro Comunale di Ferrara. Rimarrà visibile fino al 5 aprile.
Alzetta è stata scelta da Michele Placido su suggerimento di Moni Ovadia, per interpretare Maria, su testo di Dario Fo e Franca Rame. “È stato emozionante scoprire l’intelligenza scenica di Placido-regista, così illuminato dal talento e fecondato dalla scena”, racconta l’attrice. “È stato il ritorno a Milano, nelle parole di Dario Fo e Franca Rame, e al teatro in tutta la sua vitalità. Un teatro in sofferenza per queste chiusure”.
Tra cinema e teatro, Passio Christi racconta la Passione di Cristo prendendo ispirazione dai versi del poeta Mario Luzi, ma parla anche dei tempi che il mondo del teatro e della cultura stanno vivendo. “Il nuovo Golgota è il teatro con il sipario abbassato” racconta Michele Placido. Al testo del grande poeta toscano si legano “Maria alla croce” di Dario Fo e Franca Rame, alcuni Salmi della Bibbia e lo Stabat Mater, nella traduzione in dialetto trentino di Daniela Scarlatti. Passio Christi è una produzione della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara.
“Passio Christi è la Passione di Gesù che si incarna uomo, diventa uomo e soffre come uomo. Un mistero straordinario – spiega Michele Placido parlando del film teatrale – E soprattutto i versi di Mario Luzi ci hanno donato, durante questa esperienza, delle emozioni straordinarie”.
“In un mondo in cui si tende a ‘divinizzare’ l’umano, in Passio Christi si umanizza il divino” spiega l’attore Vito Lopriore, che come lui stesso dice è “stato convocato (da Placido, ndr) per interpretare il ruolo del Cristo iconografico”.
Al progetto Passio Christi – dapprima pensato come una processione teatrale all’alba, poi tramutato in spettacolo video per via della zona rossa – ha fin da subito preso parte anche il direttore della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, Moni Ovadia, che sottolinea: “La Passione di Cristo, così raccontata, si riverbera su altre passioni, anche quelle dei semplici uomini. Anche Gesù prova ciò che prova l’uomo. La speranza è che la sua memoria e la sua vicenda, che è nel cuore della cristianità, irradi e riverberi il proprio senso sugli ultimi di questa terra, sui perseguitati, sui diseredati, sui brutalizzati di ogni tempo”.
“La Passione di Cristo è universale, lo è il dolore così come lo è l’amore” aggiunge Sara Alzetta, che nel film interpreta le parole di “Maria alla Croce” di Dario Fo e Franca Rame. “Mi sono ritrovata completamente in questa difficoltà nell’uomo di credere, facendo incarnare questo pensiero da Gesù – spiega Daniela Scarlatti – Partecipare a questo progetto mi ha molto arricchito”. Suo, nel film, è lo Stabat Mater, nella traduzione in dialetto trentino.
Insieme a Placido, nella realizzazione video di Passio Christi, anche il regista e sceneggiatore Toni Trupia. “La passione è credere ancora nella possibilità di restare umani, nonostante tutto quello che sta succedendo in questo mondo. Passio Christi – spiega Trupia – è la passione del creare, è dare un senso a un’idea rispondendo agli stimoli di una città magnifica come Ferrara. Ed è anche l’entusiasmo di Michele Placido e di tutto il gruppo di lavoro coi quali ho condiviso, nonostante tutte le tensioni che viviamo, un momento di gioia”.
Il Teatro Comunale ‘Claudio Abbado’ e alcuni luoghi simbolo della città di Ferrara – come il Cimitero Ebraico o la chiesetta di San Giuliano – saranno lo sfondo e i co-protagonisti dello spettacolo, che resterà come un segno di speranza per il difficile momento che stiamo attraversando. Il teatro sarà ripreso anche in alcuni scorci solitamente non visibili, come il sottopalco, o la suggestiva sala degli Argani.
Coinvolti da Placido anche il Coro Accademia dello Spirito Santo diretto da Francesco Pinamonti, Antonio Aiello, primo violino dell’Orchestra Città di Ferrara, e il cantautore Giovanni Caccamo, oltre ad alcuni allievi della Scuola d’Arte Cinematografica Florestano Vancini.