Il festival de L’Arlecchino Errante, per la prima volta nella sua storia (siamo alla 18ma edizione) arriva a Frisanco, nel cuore della Val Colvera (provincia di Pordenone, Friuli Venezia Giulia) per uno spettacolo inserito anche nel calendario della rassegna culturale Musae, con la collaborazione fattiva del Comune di Frisanco. Il festival “dell’Arte teatrale” infatti si è dato da tempo la mission di riscoprire, uno ad uno, i luoghi più belli e caratteristici del territorio, celebrandoli con delle serate in cui il teatro genuino ed originale fa da padrino ad associazioni, artigiani e produttori del gusto locali: un’idea di turismo culturale tesa a rappresentare la ricchezza e la “specialità” della provincia e della regione.
Al Circolo operaio di Frisanco mercoledì 17 settembre alle 21, dopo le anteprime degli scorsi mesi, sarà in scena, dopo una serie di anteprime estive, la versione definitiva e la prima ufficiale di “Un’altra storia di Romeo e Giulietta”; una trama che contrariamente a quella originale vede le famiglie dei due innamorati favorire e non invece contrastare l’unione. Il “problema” questa volta è però Giulietta stessa, che non si piace e che finché non riuscirà a dimagrire decide che non salirà all’altare. Da qui parte un racconto tipico della Commedia dell’Arte, che situa i famosi rampolli di Shakespeare nelle famiglie di Balanzone e Pantalone, con una riuscita girandola di personaggi ben realizzati dalla sorprendente Claudia Zamboni, che interpreta i vari ruoli per i testi e la regia di Ferruccio Merisi.
“I personaggi della Commedia dell’Arte – racconta Merisi – molto ben tratteggiati dal trasformismo dell’interprete, vengono qui presentati e “messi in vita” sia come godibile galleria di caratteri e di linguaggi del corpo, sia per il loro valore di simbolo rispetto a certi meccanismi sociali e familiari. Insieme al tema, che allude a quella che oggi si chiama anoressia, la differenza e la precisione plastica e ritmica dei comportamenti e la perfetta logica e coerenza di carattere dei testi di questi personaggi/maschera rafforzano, per questo spettacolo, anche una certa qualità formativa a vantaggio delle nuove generazioni”.
ORGANIZZATORI L’Arlecchino Errante Fest – meeting internazionale per l’arte dell’attore è organizzato dalla Scuola sperimentale dell’Attore di Pordenone con il patrocinio di Comune di Pordenone, Provincia di Pordenone, Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, Comuni di Prata di Pordenone, Zoppola, Montereale Valcellina, San Vito al Tagliamento, Fiume Veneto e Frisanco ein collaborazione con Cooperative sociali Acli Fai, Futura, Itaca, Cooperative Noncello, L’Altrametà, Centro iniziative culturali Pordenone, Progetto Musae della Provincia di Pordenone, Assessorato cultura Comune di Pordenone, Confartigianato imprese Pordenone, Pordenonelegge 2014, Confcooperative Pordenone, Filarmonica Città di Spilimbergo, Associazione culturale Alchimie, Coldiretti Campagna Amica, Aruotalibera Fiab, Pordenone Pedala, Coop Consumatori Nordest, Friuladria Crèdit agricole, CantonDue, Cantina Rauscedo, Unipol, Club Unesco di Udine, Sport design, Claps e Pordenone with love.
LO SPETTACOLO
Lo spettacolo – espressione importante ed innovativa della poetica della Scuola Sperimentale dell’Attore pur nel suo essere una sorta di tesi di laurea di un’allieva molto diligente e dotata – non allude nel titolo al famoso dramma di Shakespeare, se non per i due personaggi principali: due giovanissimi, poco più che adolescenti, sospesi tra gli affetti e il destino. Al contrario che in Shakespeare, qui i due eroi non sono ostacolati, ma anzi sono incoraggiati a sposarsi dalle rispettive famiglie. Ma lei, Giuliettina, proprio non si piace: e decide che, senza dimagrire, ovvero senza il fatto di non mangiare niente di niente, non indosserà mai l’abito bianco…
Il personaggio che racconta tutta questa storia è Betta, la servetta, che lavora come giovane governante in casa del tuttologo e sentenzioso Balanzone, padre di Giuliettina. Con la sua spontaneità e simpatia la Betta entra a poco a poco nel vivo della vicenda, facendo letteralmente apparire tutti gli altri personaggi: dopo Balanzone, ecco l’avaro Pantalone, padre di Romeotto (il fidanzato viziato), ecco il loro servitore Zanni; ma c’è anche madama Isabella, zia di Giuliettina… Nessuno sembra trovare il modo giusto per far rinsavire Giuliettina, fino ad un fortuito, drammatico, quanto forse provvidenziale incidente, che determina un momento di affetto vero… E poi, ma sì, vissero felici e contenti!
I personaggi della Commedia dell’Arte, molto ben tratteggiati dal trasformismo dell’interprete, vengono qui presentati e “messi in vita” sia come galleria antropologica di caratteri e di linguaggi del corpo, sia per il loro valore di simbolo rispetto a certi meccanismi sociali e familiari. Insieme al tema, la differenza e la precisione plastica e ritmica dei comportamenti e la pertinenza caratteriale dei testi di questi personaggi/maschera rafforzano, per questo spettacolo, anche una certa qualità formativa a vantaggio delle nuove generazioni.
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