Doppio appuntamento con il “Festival Internazionale dedicato a Marcello Mascherini”. Venerdì 15 ottobre, alle 21, il Teatro Gozzi di Pasiano di Pordenone ospiterà l’Associazione Culturale Giardini dell’Arte” di Firenze che si esibirà con “Un giardino di aranci fatto in casa” di Neil Simon (regia di Marco Lombardi); sabato 16 ottobre, sempre alle 21, nel Teatro Mascherini di Azzano Decimo, il “Circolo materiale La Zonta” di Thiene (Vicenza) porterà in scena “Il Padre” di August Strindberg, traduzione di Antonio Mosele (regia di Antonio Mosele).
UN GIARDINO DI ARANCI FATTI IN CASA. Hollywood. Herbert Tucker, indolente ed apatico uomo Di mezza età, vive un momento di crisi creativa nella sua professione di sceneggiatore. La depressione che lo attaversa, lascia spazio soltanto a giornate trascorse a scommesse su improbabili cavalli e a partite di baseball. Anche la saltuaria relazione con Steft è segnata da una forte discontinuità. Nella sua vita tutto sembra sospeso, fino a quando non arriva a bussare alla sua porta o’l’uragano” Libby, figlia diciannovenne frutto del primo matrimonio Newyorkese, interrotto sedici anni prima. Il primo impatto è devastante e i coloriti scontri verbali non tardano ad arrivare. La contagiosa vitalità di Libby però, cela insicurezze e paure che la ragazza-a si trascina da sempre, e ben presto si capirà come il viaggio intrapreso non sia, come sembra, la richiesta di aiuto per entrare nel mondo del cinema, bensì il desiderio di ritrovare un padre. Con l’aiuto di Steft, i due supereranno gli ostacoli iniziali e riusciranno a ritrovarsi e a conoscersi, fino ad uscire dalle proprie solitudini consolidate. Ci affidiamo alla sapiente penna di Neil Simon per raccontare una storia quotidiana, nella quale l’autore Newyorkese ha la forza di trascinarci con quella grazia che gli è abituale. La storia, coinvolgente ed emozionante, ha la capacita di farci sorridere all’interno di una tematica che è anche 1o spunto per una riflessione sulla nostra vita.
IL PADRE. Rappresentato per la prima volta nel 1887, è forse il testo più famoso del drammaturgo svedese. In esso Strindberg, partendo dal conflitto di coppia, mette in discussione l’istituto del matrimonio e i valori della società borghese. La vicenda prende spunto da un banale conflitto coniugale: due genitori si scontrano sull’educazione da impartire alla figlia. Il padre, il capitano di cavalleria Adolf studioso di scienze, è l’icona dell’uomo moderno, lontano da ogni forma di superstizione popolare o religiosa. Vorrebbe decidere il destino della figlia adolescente Berta e mandarla a studiare in città, per farla diventare un’insegnante. La madre, Laura, donna dal carattere volitivo ma forte, vorrebbe invece occuparsi personalmente dell’educazione della figlia e assecondarne le inclinazioni artistiche. per riuscire nel suo intento è pronta a tutto, finanche ad instillare nel marito l’atroce dubbio di non essere lui il padre della fanciulla.