“Ci incontriamo, ci frequentiamo, ci amiamo. Rapporti tra esseri umani. Sicuro? Siamo veramente sicuri che quelli che incontriamo, frequentiamo, amiamo, siano persone? E se fossero dei replicanti? E poi, in fondo, farebbe davvero una qualche differenza, nella nostra quotidianità, se anche noi, così certi della nostra umanità, fossimo dei robot? In un mondo di androidi perfetti, l’uomo è ormai minoranza, anello debole, oggetto di critica e derisione… brutta posizione! E tuttavia, colpo di scena! la sua riproduzione è ancora suo dominio esclusivo! Karel Čapek, quasi un secolo fa, con comicità e grande ironia, mette in scena l’uomo, essere ridicolo e imperfetto, che però, attraverso un sistema che può essere piuttosto piacevole, è capace di procreare. Dettaglio sorprendente, che sollecita un’interessante riflessione su come, alla fine, la possibilità di generare una nuova vita sia ancora la più ambita delle perfezioni.”
Il dramma R.U.R. di Karel Čapek, del 1920, è andato in scena al Teatro nazionale di Praga il 25 gennaio del 1921, sarà protagonista, domenica 21 novembre, alle 17, al Teatro del Centro Giovanile di Roiano. In quest’opera, per la prima volta compare il termine robot, che viene inventato derivandolo dalla parola ceca robota (“lavoro”). In seguito, il fortunatissimo termine robot prese ad indicare soprattutto organismi meccanici, mentre i robot di Čapek sono in realtà “replicanti”, cioè umanoidi organici
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