Con una carrellata di artisti come Ron Carter, Caetano Veloso & Gilberto Gil, Stefano Bollani e Chick Corea e l’entusiastica partecipazione del pubblico, l’edizione 2015 di Udin&Jazz rimarrà negli annali. Un’edizione che ha portato – più di sempre – nel capoluogo friulano artisti di fama planetaria che con la loro musica hanno cambiato il corso della storia, ma che non si è sottratta alla propria missione di valorizzazione del territorio, lasciando grande spazio, come sempre, ai più significativi progetti locali, tutti accolti con grande favore per la loro qualità e il loro spirito innovativo (dal trio di Massimo De Mattia ai Barabba’s, da Juri Dal Dan&Bearzatti ad Aiar di Tuessin).
I biglietti venduti, per i 30 appuntamenti musicali del festival cui hanno partecipato 160 artisti, sono stati più di 6.000, ma la partecipazione complessiva del pubblico è stimata intorno alle 13.000 persone: si pensi che soltanto la notte bianca ha richiamato oltre 3.000 giovani al Castello e circa 2.000 sono stati i presenti a quello che più volte è stato definito “il concerto dell’estate 2015”: l’appuntamento con Caetano Veloso e Gilberto Gil a Villa Manin! Un risultato ancora più significativo in considerazione del fatto che il budget del festival è stato inferiore (in termini di fondi pubblici e di sponsor privati) a quello del 2014.
Sono risultati sempre interessanti i progetti collaterali che mai come quest’anno hanno coinvolto, nei numeri e nella partecipazione, il pubblico del festival: su tutti la mostra “I Cento Scatti” di Luca D’Agostino – excursus fotografico storico di grande pregio – ha visto migliaia di visitatori e momenti di sincera emozione grazie ai ritratti dei più grandi artisti passati da Udine (Ornette Coleman, Abdullah Ibrahim, Randy Weston, Paul Bley, Michel Petrucciani, Wayne Shorter, Lester Bowie, John Zorn, Bill Frisell, Paul Motian, Charlie Haden…).
Il laboratorio performativo “L’ombra della vetta”, in collaborazione con Eupragma di Fabio Turchini, ha poi saputo collegare ancora una volta il jazz alla formazione di una mentalità che si esprime in ogni ambito: culturale, sociale e nei rapporti di gestione aziendale.
Anche la nuova produzione di Euritmica – “Armenian Dream” (un progetto artistico e culturale di grande spessore dedicato al sacrificio armeno a cent’anni di distanza) si è sviluppata proprio nel periodo del festival e ha riscosso (nelle sue tappe al Mittelfest di Cividale del Friuli, a Palazzo Grassi di Venezia e a TriesteLovesJazz) enorme successo, consolidando ancora una volta l’associazione Euritmica come punto di riferimento culturale e centro di progettualità di assoluto valore.
Significativamente aumentata la presenza dei giovani che hanno reso vivace Udin&Jazz tra il pubblico, tra gli artisti e nel backstage: ottima la risposta da parte degli studenti delle scuole di musica e dei Conservatori (ma anche di alcune scuole superiori ed Università della regione) che hanno collaborato con entusiasmo alla realizzazione del Festival e ne hanno sostenuto le sorti come artisti, come pubblico o come generosi collaboratori dello staff.
Sempre significativa, infine, la ricaduta di visibilità sul territorio in termini di turismo culturale: alberghi, esercizi commerciali e – significativamente – musei, gallerie, monumenti hanno aperto le loro porte ai numerosi “turisti del jazz”, accorsi a Udine dal resto dell’Italia, ma anche da Germania, Austria, Slovenia, Croazia richiamati dai nomi proposti al Festival.