Nel baseball (maschile) e nel softball (versione femminile) non è la palla a fare punto, ma è l’atleta, in prima persona, che concretizza il gesto atletico. La pallina serve solo a innescare l’azione. Oltre a tutto, ‘chiudere’ vittoriosi un parziale di gioco comporta l’esclusione di un avversario. Il team che arriva per primo a eliminare tre giocatori vince l’inning (il parziale). Gli incontri sono programmabili fino a un massimo di nove inning. Disciplina spettacolare, ma non ancora metabolizzata dagli sportivi italiani, nonostante i suoi successi internazionali. L’Italia contende all’Olanda la leadership europea. In Fvg, il movimento è fra i più attivi, a ridosso delle capofila Emilia-Romagna e Lombardia, con ben 16 società, delle quali tre in serie A, due in B e due in C, per un totale di 3.500 tesserati.
Cosa frena la popolarità del ‘batti e corri’ in Italia? “Soprattutto la mancanza cronica di impianti capaci di contenere le folle, da attirare con grandi eventi agonistici” dichiara Marcello Massa, presidente del Comitato Fibs Fvg. “I campi da calcio, ad esempio, possono essere adattati al rugby ma non al baseball, per misure e linee perimetrali molto diverse. E costruirne appositamente di grande capienza per gli spettatori ora è impensabile. Potrei mettermi a sognare, al riguardo, e vedere l’italo-americano James Jim Pallotta, attuale presidente della Roma Calcio, nonché socio di maggioranza dei Red Sox di Boston, costruire, accanto a un ipotizzato nuovo stadio, un diamante e, magari, farci disputare gare di un campionato americano. Nulla potrebbe essere altrettanto promozionale!”.