Impianti fermi da due mesi, paesi senza calcio da troppe domeniche. Eppure i campionati dei dilettanti non sono ancora ufficialmente sospesi. Mai come oggi del doman non vi è certezza, e nessuno può essere lieto. Non solo è impensabile una ripartenza che nessuno vuole, anzi è ampiamente richiesto lo stop definitivo, ma è complicato pensare di scendere in campo perfino a settembre.
E la Lega Nazionale Dilettanti con la linea attendista di Sibilia non riesce a dare quelle risposte che tutto il movimento pretende. Il
presidente ha fatto capire che questa stagione non si può riprendere, ma vuole che a prendere la decisione sia la Figc e soprattutto il governo. Prendere una decisione simile con il rebus delle classifiche e il rischio di ricorsi infiniti vuole essere evitato e così la palla è stata lasciata in mano agli organi superiori. Però a forza di aspettare e con il virus contenuto, ma tutt’altro che sparito, ecco che anche il calcio si trova a fare i calcoli dei danni e delle angosce.
CHIUDERE SUBITO – Questo punto è ormai ampiamente appurato. Abbiamo sentito ben 130 società dall’Eccellenza alla Terza Categoria e ben il 76% pretende la comunicazione immediata dello stop. La maggioranza boccia l’idea
estiva per finire il campionato. Significherebbe perdere ulteriori soldi in un contesto già critico. Molte società, ad esempio, preferirebbero si sbloccasse la situazione così da poter giocare eventuali tornei estivi e rimpolpare le casse dei sodalizi, che senza questi eventi e le sagre paesane saranno particolarmente provate.
ANNULLARE I CAMPIONATI – Difficilissimo avere un’idea comune su come gestire le classifiche. C’è chi propone ad esempio di prolungare la stagione. Azzerare tutto, senza promozioni e retrocessioni è il parere che vince per pochi punti percentuale sull’idea di un sistema. La Lega lavora invece su tutelare i primi in classifica al momento dello stop, retrocedere gli ultimi e garantire ad altri una graduatoria per eventuali ripescaggi. Perché qualche buco nelle categorie ci sarà come temono i vertici e conferma la nostra analisi.
PROTOCOLLO INATTUABILE – Innanzitutto a oggi nessuno è pronto a ripartire. I presidenti avvertono: “Noi non ci prendiamo la responsabilità”. È un grido praticamente unanime. Senza certezze non si partecipa. Quindi per continuare col calcio dei dilettanti il ‘nostro’ protocollo dice: togliere o limitare i protocolli appunto, tutelare i presidenti, giocare assolutamente con la presenza di pubblico e pensare a eventuali incentivi. Il tema iscrizione è decisivo infatti per non vedere sparire le società.
ISCRIZIONE IN DUBBIO – Se tante società avranno dei problemi sarà anche il caso di valutare una riforma o un cambiamento delle categorie. Ma questa è una soluzione che non piace alla Lega, molto di più alle società come ci hanno suggerito le interviste realizzate. A oggi però, con eventuali incentivi da federazione e istituzioni, e dato per assodato che bisognerà trovare una soluzione per le responsabilità legali dei presidenti, sono poche le associazioni che corrono un rischio concreto di non iscriversi. Un 23% di realtà stanno valutando la situazione e soprattutto stanno calcolando le perdite. Ma solo un 5% di questi potrebbero a oggi davvero ritirarsi, anche perché tante squadre negli anni hanno subito una crisi e hanno cominciato un ridimensionamento.
CONCLUSIONI – Le società nel frattempo perdono incassi e in prospettiva saranno senza sponsor e con un bilancio fortemente ridimensionato. Senza soluzioni e programmazione nelle prossime settimane potremmo ritrovarci davvero senza calcio a settembre. Più passa il tempo e meno voglia paradossalmente c’è di ripartire. Anche perché, la crisi dirigenziale nei paesi esisteva già prima del Covid-19, e ora che il virus ha minato ogni settore il calcio dilettanti rischia davvero un pesante contraccolpo.
Dilettanti: troppe incertezze, settembre è a rischio
I presidenti hanno paura: senza garanzie e tutele non possiamo partecipare
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