Nel volley è stato rilevato che gli atleti sottoposti a interventi chirurgici all’apparato estensione fortunatamente non raggiungono una quota altissima e sono soltanto il 15-20 per cento di tutti gli infortunati. Per altre patologie, invece, come le lesioni dei legamenti e dei menischi, il trattamento chirurgico è svolto a tutti i pazienti; la loro percentuale sul numero dei praticanti non è, però, stimabile perché sarebbe da collegare alla durata carriera dei singoli che, più è lunga più alza le possibilità d’infortunio. Questa è una delle numerose interessanti evidenze rilevate a Udine nell’ambito di un affollatissimo convegno sull’approccio integrato alla prevenzione, diagnosi, terapia e recupero del ginocchio in relazione al volley, organizzato sabato 16 novembre dalla Clinica Ortopedica e Traumatologica dell’Ateneo friulano, dal Centro regionale Libertas e dal Centro specialistico di medicina dello sport e riabilitazione Medicus di Udine, con il patrocinio del Coni – Scuola dello sport e della Fipav (nelle foto i relatori e il pubblico in sala).
Nei lavori sono state presentate le maggiori novità nel campo del trattamento delle patologie del ginocchio nello sportivo, sia definite, sia in evoluzione. “L’iniziativa – ha sottolineato il direttore della Clinica Ortopedica di Udine, Araldo Causero – è nata dall’esigenza di mettere insieme gli ortopedici, che si occupano delle patologie articolari negli atleti, le esperienze di quelli che poi devono fare la riabilitazione di questi pazienti e le esperienze di quanti seguono i pazienti fin dall’inizio, ovvero gli allenatori e i preparatori atletici, che devono lavorare proprio per evitare il più possibile che si producano delle lesioni”.
Moltissimi dati hanno riguardato l’incidenza degli infortuni ed è tra l’altro emerso che oggi ci sono incidenti mediamente più gravi rispetto al passato, perché la prestazione atletica e il gesto sportivo sono portati ai massimi livelli e gli atleti sono molto preparati fisicamente e muscolarmente, ma nonostante ciò il recupero funzionale e il ritorno all’attività sportiva è più breve, perché il trattamento e il recupero stesso sono svolti in collaborazione tra tutti quelli che intervengono nelle diverse fasi; inoltre, anche il recupero è assolutamente migliore e ci sono più possibilità rispetto al passato che, a parità di lesioni, gli atleti ritornino allo sport in tempi più brevi e in condizioni migliori.
Relatori del convegno sono stati Paolo Di Benedetto e Causero, dirigente e direttore della Clinica Ortopedica di Udine; l’ortopedico Piergiorgio Bertolin; il medico e il Ct della nazionale femminile di volley, Piero Benelli e Marco Mencarelli; il fisioterapista Giorgio Rurcli e il responsabile valutazione e recupero funzionale del Medicus, Luigino Sepulcri. Gli interventi, presenti il delegato provinciale del Coni Silvano Parpinel e il vice presidente regionale della Fipav, Marcello Gianardi, sono stati aperti dal presidente della Libertas del Friuli Venezia Giulia, Bernardino Ceccarelli, che ha ribadito l’impegno dell’ente di promozione sportiva anche nel settore più avanzato della tutela della salute degli atleti e ha assicurato che, dato il risconto e l’interesse riscossi, l’iniziativa odierna avrà sicuramente un seguito.